Marc Verhaegen, Jan Kragt, Vincent van Gogh – An Artist’s Struggle, Eureducation,
Amsterdam, 2011, pagg. 46
Anno di prima pubblicazione: 2011
Voto: 8
In questo
blog non si è ancora mai parlato di fumetti, né di libri stranieri non (o non
ancora) tradotti in italiano. Per il primo libro recensito nel 2012, ci
prendiamo un’eccezione rispetto alla norma (e non è detto che sia l’ultima
volta che questo accade) parlando per l’appunto di un fumetto non ancora
disponibile in italiano. Può valerne la pena. Parlando di Le tigri di Mompracem
si è accennato, a proposito del successo post mortem di Emilio Salgari, di un
artista che in vita ha avuto difficoltà sia ad incontrare il successo della
critica sia a sbarcare il lunario ma che poi, dopo essersi suicidato, ha visto
il suo merito giustamente riconosciuto. Se questo vale per Emilio Salgari, vale
a maggior ragione, all’ennesima potenza, per Vincent van Gogh, che oggi è
considerato – e a ragione – uno dei migliori pittori di sempre ma che ebbe una
vita tutt’altro che gloriosa, conclusa anch’essa con un drammatico suicidio.
Per
approfondire l’argomento in un modo inconsueto, può essere una buona idea
prendere in mano il fumetto Vincent van Gogh – An Artist’s Struggle
scritto dagli olandesi Marc Verhaegen (che ha curato anche i disegni) e Jan
Kragt in collaborazione con lo staff proprio del Van Gogh Museum di Amsterdam
(e in vendita nello stesso museo, anche se credo che sia rinvenibile pure
altrove). A quanto ne so, il fumetto è disponibile solo in olandese ma anche in
inglese, un inglese non particolarmente complicato, e assolutamente leggibile
anche da chi (come me) non ha conoscenze approfonditissime della lingua –
considerato l’intento pedagogico dell’operazione, il linguaggio usato è pensato
per essere accessibile anche a lettori non adulti.
Ne viene
fuori un’operazione singolare e interessante. Il fumetto è un modo come un
altro per raccontare una storia, qualsiasi storia, ma usarlo per raccontare la
biografia di un pittore, adeguando la grafica delle vignette allo stile dell’artista,
in un continuo rimando di citazioni, è una scelta veramente azzeccata per
stabilire una comunicazione narrativa anche tramite un canale extralinguistico.
In tal senso, questa biografia di van Gogh si fa leggere anche solo attraverso
le figure, in un mosaico di vignette carine e raffinate (anche se, ovviamente,
la colorazione elettronica non ha niente a che vedere con i pennelli
vangoghiani).
Anche la
storia in sé è ben curata, è una classica biografia, con tutti i flash-back del
caso, in cui si intrecciano vicende immaginarie che alleggeriscono, anche con
momenti ironici, il racconto di una vita tutt’altro che semplice. Perché poi
van Gogh non fu solo un artista incompreso prima e suicida poi, ma anche un
uomo dai nervi fragili, soggetto a crisi depressive e sull’orlo della pazzia;
nonché, come ben si sa, un artista di livello assoluto. Tante sfaccettature
diverse in una sola persona: è una contraddizione? Be’, come ben sa il luogo
comune, il genio è spesso associato a sregolatezza, e van Gogh non fa che
confermare questa regola empirica. Resta comunque il rammarico di una vita
turbolenta e drammatica, segnata da episodi tragici (come il litigio con Gaugin
da cui scaturì il taglio dell’orecchio di van Gogh, momento saliente anche del
fumetto), che sarebbe forse (o forse no?) potuta essere diversa se la grandezza
del pittore olandese fosse stata riconosciuta dalla critica anche quando egli
era ancora in vita e non solo dopo la sua morte. Il fumetto di Verhaegen e Kragt
si accosta a una materia così complessa con delicatezza e circospezione, senza
l’intento di risolvere nodi cruciali ma solo il tentativo di far conoscere
meglio le circostanze biografiche di un artista di così grande livello.
Chiaramente, si tratta di un fumetto su van Gogh, ma anche per van Gogh, e
questo ci può stare, vista anche la committenza da cui il fumetto stesso è
nato: il rischio in questi casi è di farsi sopraffare dalla retorica, rischio
che i due autori olandesi eludono per la maggior parte delle pagine, dando vita
così ad un lavoro godibile e interessante.
Vignetta di pag. 37
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