venerdì 20 gennaio 2012

Marc Verhaegen, Jan Kragt - Vincent van Gogh – An Artist’s Struggle


Marc Verhaegen, Jan Kragt, Vincent van Gogh – An Artist’s Struggle, Eureducation, Amsterdam, 2011, pagg. 46
Anno di prima pubblicazione: 2011
Voto: 8




In questo blog non si è ancora mai parlato di fumetti, né di libri stranieri non (o non ancora) tradotti in italiano. Per il primo libro recensito nel 2012, ci prendiamo un’eccezione rispetto alla norma (e non è detto che sia l’ultima volta che questo accade) parlando per l’appunto di un fumetto non ancora disponibile in italiano. Può valerne la pena. Parlando di Le tigri di Mompracem si è accennato, a proposito del successo post mortem di Emilio Salgari, di un artista che in vita ha avuto difficoltà sia ad incontrare il successo della critica sia a sbarcare il lunario ma che poi, dopo essersi suicidato, ha visto il suo merito giustamente riconosciuto. Se questo vale per Emilio Salgari, vale a maggior ragione, all’ennesima potenza, per Vincent van Gogh, che oggi è considerato – e a ragione – uno dei migliori pittori di sempre ma che ebbe una vita tutt’altro che gloriosa, conclusa anch’essa con un drammatico suicidio.

Per approfondire l’argomento in un modo inconsueto, può essere una buona idea prendere in mano il fumetto Vincent van Gogh – An Artist’s Struggle scritto dagli olandesi Marc Verhaegen (che ha curato anche i disegni) e Jan Kragt in collaborazione con lo staff proprio del Van Gogh Museum di Amsterdam (e in vendita nello stesso museo, anche se credo che sia rinvenibile pure altrove). A quanto ne so, il fumetto è disponibile solo in olandese ma anche in inglese, un inglese non particolarmente complicato, e assolutamente leggibile anche da chi (come me) non ha conoscenze approfonditissime della lingua – considerato l’intento pedagogico dell’operazione, il linguaggio usato è pensato per essere accessibile anche a lettori non adulti.

Ne viene fuori un’operazione singolare e interessante. Il fumetto è un modo come un altro per raccontare una storia, qualsiasi storia, ma usarlo per raccontare la biografia di un pittore, adeguando la grafica delle vignette allo stile dell’artista, in un continuo rimando di citazioni, è una scelta veramente azzeccata per stabilire una comunicazione narrativa anche tramite un canale extralinguistico. In tal senso, questa biografia di van Gogh si fa leggere anche solo attraverso le figure, in un mosaico di vignette carine e raffinate (anche se, ovviamente, la colorazione elettronica non ha niente a che vedere con i pennelli vangoghiani).

Anche la storia in sé è ben curata, è una classica biografia, con tutti i flash-back del caso, in cui si intrecciano vicende immaginarie che alleggeriscono, anche con momenti ironici, il racconto di una vita tutt’altro che semplice. Perché poi van Gogh non fu solo un artista incompreso prima e suicida poi, ma anche un uomo dai nervi fragili, soggetto a crisi depressive e sull’orlo della pazzia; nonché, come ben si sa, un artista di livello assoluto. Tante sfaccettature diverse in una sola persona: è una contraddizione? Be’, come ben sa il luogo comune, il genio è spesso associato a sregolatezza, e van Gogh non fa che confermare questa regola empirica. Resta comunque il rammarico di una vita turbolenta e drammatica, segnata da episodi tragici (come il litigio con Gaugin da cui scaturì il taglio dell’orecchio di van Gogh, momento saliente anche del fumetto), che sarebbe forse (o forse no?) potuta essere diversa se la grandezza del pittore olandese fosse stata riconosciuta dalla critica anche quando egli era ancora in vita e non solo dopo la sua morte. Il fumetto di Verhaegen e Kragt si accosta a una materia così complessa con delicatezza e circospezione, senza l’intento di risolvere nodi cruciali ma solo il tentativo di far conoscere meglio le circostanze biografiche di un artista di così grande livello. Chiaramente, si tratta di un fumetto su van Gogh, ma anche per van Gogh, e questo ci può stare, vista anche la committenza da cui il fumetto stesso è nato: il rischio in questi casi è di farsi sopraffare dalla retorica, rischio che i due autori olandesi eludono per la maggior parte delle pagine, dando vita così ad un lavoro godibile e interessante.

Vignetta di pag. 37

Nessun commento:

Posta un commento