venerdì 27 luglio 2012

Oasis in concerto – Roma, 27 luglio 2002


Oasis – Roma, Foro Italico, 27 luglio 2002, ore 21
Ora effettiva di inizio: ore 21:30
Durata: circa un’ora e mezzo
Band: Liam Gallagher (voce), Noel Gallagher (chitarra e voce), Gem Archer (chitarra), Andy Bell (basso), Alan White (batteria) 



Scaletta
Hello
The Hindu Times
Hung In A Bad Place
Go Let It Out
Columbia
Morning Glory
Stop Crying Your Heart Out
Cigarettes & Alcohol
Better Man
Some Might Say
Live Forever
Little By Little
She’s Electric
Born On A Different Cloud
Acquiesce
[Bis]
Force Of Nature
Don’t Look Back In Anger
My Generation

A dieci anni di distanza da questo concerto, riporto la mia recensione così come la scrissi allora, per ricordo personale, a penna su un foglio a quadretti (il raggelante disegno del palco qua sopra riportato è opera mia ed è tratto proprio da quel foglio). Perdonatemi questa piccola operazione nostalgia che spero possa essere apprezzata da chi dieci anni fa era a godersi il concerto degli Oasis.

«Non sappiamo perché in Italia ci amino così tanto», dicono con sospetto sciovinismo i fratelli Noel e Liam Gallagher, spina dorsale degli Oasis che col loro autentico pop britannico hanno portato al Foro Italico di Roma una ventata di energia. Ma la soluzione dei loro dubbi in realtà è semplice, e sta nella giusta ricetta musicale che si respira nei loro cd e che nei loro spettacoli dal vivo (in Italia come altrove, suppongo) si somma alla loro grande carica. Come si fa a non amarli? Sin dalle prime note di Hello (che nel ’95 apriva il loro album storico, (What’s The Story) Morning Glory?), si capisce che il sound e l’atmosfera sono quelli adatti alla festa, e che anche la scaletta avrà un occhio di riguardo alle canzoni più tirate (sin dalla ottima The Hindu Times, secondo pezzo della serata, ma si mette in luce tra le altre anche una versione leggermente più dura dell’originale di Morning Glory). Non manca comunque qualche sorpresa, come la versione di She’s Electric cantata da Noel invece cha da Liam che la cantava sull’album (è l’unica “sostituzione” tra Noel e Liam della serata), e anche la riesumazione addirittura di Columbia, il brano che, anticipando pure il primo singolo degli Oasis (Supersonic, 1994), aprì la grande epopea dei Gallaghers (questa canzone, nella cosiddetta versione White Label Demo, un po’ più acerba di quella che confluì poi in Definitely Maybe, è il primo brano della storia ad entrare nella rotazione della BBC prima di essere inciso “ufficialmente”). Lo show è molto coinvolgente, e il pubblico è caldo e affettuoso, sa già le canzoni dell’ultimo album Heathen Chemistry, uscito da nemmeno un mese, e non si raffredda nemmeno per le canzoni più lente, tutt’altro: sulla bellissima novità Stop Crying Your Heart Out e l’immancabile classico Don’t Look Back In Anger spuntano gli accendini e tutti cantano a squarciagola. Ci si diverte: gli Oasis sono un’ottima band, Liam è in forma, Noel è il bravissimo asse portante di tutta la baracca (nonostante qualche problemuccio ad un pedale), gli altri se la cavano alla grande senza problemi. Peccato allora che il concerto sia un po’ troppo corto (in un’ora e mezzo finisce tutto) e che non manchino assenze illustri (come Stand By Me e soprattutto Wonderwall). Non mi sembra nemmeno azzeccato chiudere con una cover, la pur molto bella My Generation degli Who, che è un pezzo trascinante ma appare un po’ fuori posizione (forse sarebbe stato meglio finire con un grande classico della band, magari uno di quegli esclusi a sorpresa dalla scaletta). Si tratta comunque di piccoli nei che non avrebbero fatto altro che dare maggiore lucentezza ad un concerto comunque splendente. Grande serata.

NOTA: Ho ricostruito la scaletta sulla base di quel che mi ricordo: sono ragionevolmente sicuro che le canzoni eseguite siano quelle e solo quelle che ho indicato, ma sono altrettanto certo di aver fatto qualche errore nell’ordine con cui sono state presentate.

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