venerdì 21 dicembre 2012

Tornando a casa per Natale


Tornando a casa per Natale (2010)
Titolo originale: Hjem til jul
Regia: Bent Hamer
Con: Trond Fausa Aurvåg, Fridtjov Såheim, Joachim Calmeyer, Cecile Mosli, Tomas Norström
Voto: 8




Cos’è il Natale? E, soprattutto, cos’è lo spirito del Natale? Non di rado l’arte (basti pensare al celeberrimo Canto di Natale di Dickens) si è interrogata sulla “psicologia del 25 dicembre”, su cosa sia la “magia” del Natale – con la famosa leggenda del “siamo tutti più buoni”! – e quanto ci sia di vero, e di veramente sentito, in essa. Il film norvegese del 2010 Tornando a casa per Natale – liberamente ispirato a Bare mjuke pakker under treet (traducibile con “Solo pacchetti morbidi sotto l’albero”), raccolta di racconti di Levi Henriksen, uno scrittore norvegese mai tradotto in italiano – irrompe sull’argomento capovolgendo l’usuale impostazione dei film natalizi: non più, come spesso avviene, una favola sui buoni sentimenti, ma un’anti-favola realistica e all’apparenza cinica che indaghi la questione senza preconcetti. Se l’iconografia tradizionale della notte di Natale prevede la classica cena (o il pranzo) con tutta la famiglia riunita e sorridente attorno ad un grande tavolo a mangiare prelibatezze e scambiarsi regali e sorrisi affettuosi, il regista Bent Hamer, balzato agli onori delle cronache cinematografiche grazie al successo del sorprendente Kitchen Stories, ribalta il punto di vista proponendo un caleidoscopio di storie tutte diverse e irrelate, ma tutte ambientate la notte di Natale e con un punto in comune ricorrente: nessuno dei protagonisti delle vicende narrate riesce a trascorrere una notte di Natale “normale”. I motivi per cui ciò accade sono molteplici, dai più fatui ai più drammatici. E così, molte delle cose che non ci si aspetterebbe di trovare in un film sul Natale, dagli adulteri alle minacce di morte, sono messe in scena in modo impietoso da Bent Hamer.

Per un regista, l’argomento è di certo insidioso: un film che parla del Natale rischia giocoforza di diventare retorico se non stucchevole, di lasciarsi andare a manierismi nel celebrare la forza dei buoni sentimenti tali da far schizzare alle stelle il tasso di glucosio della pellicola. Bent Hamer, come si è appena accennato, punta invece nella direzione opposta, sia per il messaggio che intende lanciare sia per la sintassi filmica con la quale costruisce il proprio lavoro, ed è bravissimo a tessere un film asciutto e composto che, al di là di qualche inevitabile momento un po’ più “zuccherino” (ma anche commovente), non incappa quasi in mai in sbavature o facilonerie – del resto, Hamer è un cineasta di altissimo livello, che in tutti i suoi lavori ha mostrato di saper costruire film dal ritmo lento senza troppi dialoghi e curatissimi nella costruzione delle immagini,

Non per questo, si può definire questo come un film contro il Natale. Anzi: è proprio nella non realizzazione del Natale “normale” che i personaggi riescono, o almeno provano, a trovare la “scintilla” che accende questa notte, a conferirle quel qualcosa di magico che la rende incantata tanto quanto la splendida aurora boreale che chiude il film. Il punto di vista della riflessione di Hamer sul Natale è assolutamente laico, ma l’impostazione di rigida moralità (che non si fa mai viscido moralismo) ha, in linea con la tradizione luterana della Norvegia, qualcosa di protestante. Perché il Natale, sembra suggerire Bent Hamer, non vuol dire nulla se viene vissuto solo come un vacuo – e consumistico – conformarsi ad un rituale perbenistico e ipocrita che, dietro una coltre di paternalistica e ostentata benevolenza, nulla scalfisce dell’egoismo e della prepotenza che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Se al contrario diventa occasione per un’adesione umana e sincera ad un senso di fratellanza e solidarietà nei confronti del prossimo, allora il Natale può davvero sancire un momento importante della nostra vita e lasciarci in eredità preziosi frutti. Questi frutti, però, dovrebbero sopravvivere anche durante tutti gli altri giorni dell’anno.

L'aurora boreale della scena finale del film

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