venerdì 15 aprile 2011

Dylan Dog Il film

Dylan Dog – Il film (2010)
Titolo originale: Dylan Dog: Dead of Night
Regia: Kevin Munroe
Con: Brandon Routh, Sam Huntington, Anita Briem
Voto: 4


Ho tutti i numeri della serie regolare di fumetti di Dylan Dog, e, se c’è una cosa che ho capito in questi anni, è che se c’è una qualche iniziativa che riguarda questo eroe di carta, i redattori della Sergio Bonelli Editore ne parlano nell’introduzione all’albo. Può anche essere una mostra curata da un tizio che una volta ha dato una mano a sceneggiare un episodio: su Dylan Dog ci sarà di certo un accenno a questa mostra. Quando uscì Dellamorte Dellamore – film neanche tratto da Dylan Dog, ma semplicemente da un romanzo del suo creatore, Tiziano Sclavi – ne fecero un battage martellante. Ed ora che esce il “vero” film di Dylan Dog, quello cioè realizzato coi diritti del fumetto, che succede? Che su Dylan Dog non se ne parla per niente! Tutto questo sa di bruciato…

Alla visione del film, si capisce molto bene il perché di tutto questo. Del fumetto Dylan Dog possiamo enucleare due gruppi di caratteristiche: il primo riguarda tutti gli elementi “esteriori” del protagonista e degli altri personaggi, le abitudini ricorrenti, gli oggetti più usati e ovviamente le localizzazioni; il secondo inerisce le tematiche affrontate, la scelta geniale di Sclavi di fare dell’horror una condizione esistenziale, una sorta di correlativo oggettivo in cui la metafisica è un contraltare del mondo interiore, dominato da un eroe anti-eroe al tempo stesso determinato ma anche insicuro e autoironico. Nel film Dylan Dog non c’è niente di tutto questo: non c’è niente del secondo insieme che abbiamo delineato, quello tematico – e questo ci poteva anche stare, visto che è roba raffinata che in una trasposizione cinematografica, specie se hollywoodiana, può aver difficoltà a trovare ospitalità – ma oltretutto non c’è niente neanche del primo insieme, quello esteriore, non c’è Londra, non c’è Groucho, non c’è Bloch. Ci sono solo i font esatti del logo originale, e il look di Dylan con camicia rossa e giacca del protagonista. Un po’ poco.

Ma questo potrebbe anche non essere un problema. Detto che questo Dylan Dog è assai infedele al modello, resta da vedere il film com’è: esistono trasposizioni infedeli che diventano comunque pellicole godibili, magari migliori dell’originale. Ma il problema è proprio questo: il film è brutto. Brutto nel senso che sa di poco. Si poteva puntare, che so, a qualcosa del genere Pirati dei Caraibi: i fan di Dylan Dog non avrebbero comunque gradito, ma il film, senza essere chissà quale capolavoro, si sarebbe comunque lasciato vedere. Qua invece c’è invece una sfilata di esseri mostruosi affrontati con poca voglia da un Superman in giacca e camicia rossa, in un film molto patinato in cui capita di fare due risate o qualche salto sulla sedia ogni tanto, ma all’interno di una trama al tempo stesso vuota e arzigogolata, in cui la tensione narrativa è di fatto assente. Se si vuole trovare qualcosa da salvare, forse può essere la produzione, nel senso che il film è ben girato, e il buon montaggio cerca per quel che può di rimediare i danni fatti in sede di sceneggiatura.

Mentre sembra che i fan del fumetto si stiano buttando in massa alla riscoperta di Dellamorte Dellamore (che non era poi chissà cosa, ma in confronto a quest’ultima americanata fa la sua figura), si racconta che di Dylan Dog sia già in lavorazione pure il sequel: se ciò avverrà, credo che sugli albi di Dylan Dog non ne faranno menzione neanche questa volta. E come dare loro torto?

Brandon Routh (in primo piano) e Sam Huntington in una scena del film

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