venerdì 17 agosto 2012

Blur - Parklive


Blur, Parklive (2012)
Tracklist: CD 1  1. Girls And Boys – 2. London Loves – 3. Tracy Jacks – 4. Jubilee – 5. Beetlebum – 6. Coffee & TV – 7. Out Of Time – 8. Young And Lovely – 9. Trimm Trabb – 10. Caramel – 11. Sunday Sunday – 12. Country House – 13. Parklife (feat. Phil Daniels)  CD 2  1. Colin Zeal – 2. Popscene – 3. Advert – 4. Song 2 – 5. No Distance Left To Run – 6. Tender – 7. This Is A Low – 8. Sing – 9. Under The Westway / Intermission – 10. End Of A Century – 11. For Tomorrow – 12. The Universal.
Voto: 9,5





Non so voi, ma io ho apprezzato particolarmente le Olimpiadi di Londra che sono appena terminate: le Olimpiadi sono sempre belle, ma, a prescindere dai risultati sportivi, questi ultimi giochi olimpici a mio parere hanno avuto qualcosa di particolarmente affascinante. Uno degli elementi – non l’unico, ma significativo – che hanno reso magico quest’evento è stato che esso è stato il pretesto per una graditissima réunion di uno dei gruppi più british che ci siano in circolazione, i Blur, che sono stati chiamati – ed hanno accettato più che volentieri – a tenere un concerto a Hyde Park la sera dell’ultima giornata dei Giochi, in una sorta di show parallelo rispetto alla cerimonia di chiusura ufficiale. È stata una serata straordinaria per i molti che sono accorsi all’evento, ma anche chi non è potuto andare ha la possibilità già adesso di viversi quasi in diretta il concerto del 12: grazie alla tecnologia, e ad una società specializzata cui si sono rivolti i Blur, già dal 13 sera, nemmeno a 24 ore dalla fine del concerto, lo show integrale è stato pubblicato in digitale su iTunes. E per i fan più incalliti non mancheranno nemmeno le versioni in cd e dvd, che però richiedono tempi tecnici un po’ più lunghi (anche se per il cd i Blur promettono di muoversi con estrema solerzia, e sperano di pubblicarlo già in settimana prossima).

Anche se il loro ultimo album, Think Thank, risale al 2003 (e vedeva la partecipazione del chitarrista Graham Coxon solo in una traccia), e negli ultimi dieci anni i quattro ragazzi han preso strade diverse (il leader Damon Albarn ha sfornato side project in serie, tra cui il riuscitissimo esperimento dei Gorillaz, similmente lo stesso Coxon ha avviato una carriera solista nel circuito alternativo, il bassista Alex James – specializzatosi nella degustazione di formaggi – e il batterista Dave Rowntree – che ha preso il brevetto di pilota d’aereo – han seguito altri progetti, musicali e no), i Blur non si sono mai sciolti ufficialmente. Tant’è che già nel luglio 2009 Hyde Park fu teatro di un altro memorabile ritorno, in due memorabili serate, entrambe pubblicate su cd e dvd.

La scelta dei Blur è stata quindi quella di restare in standby, senza pubblicare inediti fintanto che non troveranno veramente l’ispirazione per farlo, perché non avrebbe senso – e sarebbe quasi un tradimento nei confronti dei molti e calorosi fan che li seguono da anni – incidere qualcosa “tanto per”, solo di mestiere, senza metterci il cuore. E così dal 2003 ad oggi gli inediti pubblicati sono solo tre, Fool’s Day, resa disponibile gratuitamente sul sito della band nel 2009, e quest’anno il singolo Under The Westway con la sua b-side The Puritan. È una scelta nobile e coraggiosa, che però espone i Blur al rischio che queste “rimpatriate” siano un po’ tutte uguali le una dalle altre, una carrellata di vecchi successi che non aggiunge niente di nuovo a quanto già fatto.

Questo rischio, in parte inevitabile, è in parte scongiurato grazie al fatto che il repertorio dei Blur per un verso canzoni bellissime che non stancano mai nemmeno se ascoltate e riascoltate a ripetizione, per un verso è molto ampio e “robusto”, per cui anche uscendo dal seminato delle smash hit di sicuro impatto il valore qualitativo dello show non ne risente, al contrario, e Albarn e soci hanno avuto l’intelligenza di costruire oggi una scaletta differente rispetto a quella del 2009, e ricorrendo in entrambe le occasioni a scelte non del tutto scontate, in cui ai classici si sommano pezzi meno noti ma non per questo inferiori.

25 brani nel 2009, 25 brani oggi. Rispetto ad allora, va detto anzitutto che oggi i Blur han pure suonato meglio, evitando alcune smagliature che si potevano ascoltare tre anni fa (ad esempio Trimm Trabb, che è comunque uno dei brani di più difficile esecuzione del loro repertorio, a questo giro è impeccabile, nel 2009 era un po’ più approssimativa). E poi la scaletta è, per così dire, un po’ più “londinese”: nella serata che celebra Londra come centro di un mondo “olimpicamente” aperto e multietnico, non potevano mancare i brani che di questo ottimo cosmopolitismo, ma anche ahimè dei problemi di cui talvolta è foriero, sono la celebrazione, a partire dalla magnifica Parklife che, a pochi chilometri di distanza e quasi in contemporanea, è stata fatta ascoltare pure nella cerimonia di chiusura ufficiale dei Giochi. È proprio Parklife (ma è ben presente anche l’altro album “londinese”, Modern Life Is Rubbish di cui si è parlato in passato)  l’album più rappresentato della serata, con singoli indimenticati come Girls And Boys nonché brani meno famosi come London Loves, che non poteva veramente mancare. Questo viaggio nella musica dei Blur è un simposio eterogeneo di ambientazioni e stili, dall’heavy metal di Song 2 alla psichedelica raffinatezza di Sing (il brano più “antico” della serata, datato 1991, e che fu in un film molto importante per il Regno Unito, lo scozzese Trainspotting), senza tralasciare altre perle come la divertente Country House (che i Blur parevano aver rinnegato ma che invece han spolverato pure nel 2009) e l’epica Tender, forse il brano più apprezzato dal pubblico. Tra le sorprese, Caramel, brano tanto oscuro quanto affascinante, e pure una b-side (dal singolo Chemical World, 1993) cioè Young And Lovely (niente male nemmeno quella). Viene eseguita anche, da Modern Life Is Rubbish, la strumentale Intermission, che – forse per la furia di pubblicare il live – viene segnalata in scaletta come Commercial Break (che è invece l’altro strumentale di Modern Life). Non si chiude come ai vecchi tempi con This Is A Low (che molti fan considerano il miglior finale per un concerto dei Blur, e che comunque viene eseguita nel finale), ma la chiusura ad un trittico comunque niente male come End Of A Century, For Tomorrow e The Universal. Grandi ragazzi: con un bell’album di inediti ci rendereste tutti felici, ma va benissimo anche così! A presto!


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