venerdì 8 marzo 2013

Tanguy


Tanguy (2001)
Titolo originale: Tanguy
Regia: Étienne Chatilliez
Con: Eric Berger
Voto: 7,5




Tanguy è un ragazzo francese, giovane ma non più propriamente adolescente, che di lasciare casa dei genitori per andare a vivere da sé, o con la fidanzata (è anche un donnaiolo molto attivo!), proprio non ne vuole sapere. E dire che non solo è già piuttosto grandicello – va spedito verso i trenta – ma è anche perfettamente in grado di badare a se stesso, visto che è un laureando orientalista che con alcuni incarichi all’università e altri lavoretti in qua e là è assolutamente indipendente dal punto di vista economico. Insomma, Tanguy è un irrimediabile “bamboccione”, molto di più quanto lo siano molti giovani italiani di oggi che, tacciati ingiustamente di essere inguaribili mammoni incapaci di crescere, restano a vivere a casa con i genitori non tanto per sindrome di Peter Pan quanto perché costretti dalle difficilissime condizioni socio-economiche che affliggono in questi anni il nostro paese. Ecco, tanto loro malgrado i giovani italiani di oggi vivono in casa dei genitori, pronti a sgommare via non appena le condizioni lo consentano, tanto Tanguy è ostinato nel restare a vivere da mamma e papà non per necessità economiche ma per pigrizia, per una sorta di paura quasi patologica e, non ultimo, uno sconfinato affetto verso gli amati genitori.

Il problema è che però alla fine sono i genitori a non poterne più di lui. E a inventarsi ogni mezzo per indurlo ad andarsene...

Tanguy è una commedia sì efficace ma in realtà senza troppe pretese, tutt’al più con risvolti psicologici più che sociologici. Se è diventato una sorta di film simbolo della contemporaneità, o comunque dei cosiddetti Anni Zero del nuovo secolo (e fors’anche degli Anni Dieci, staremo a vedere), è perché nel frattempo il mondo è cambiato ed è finito con l’assomigliare al film molto più di quanto fosse nelle pretese del regista Étienne Chatilliez. Tanguy è un film del 2001; l’anno successivo sarebbe uscito un altro film francese, L’appartamento spagnolo, un’altra gradevole commedia (forse di livello leggermente inferiore) che, nel suo affresco di una gioventù universitaria cosmopolita e sbalestrata, poliglotta e viveur, quella sì che ambiva a rappresentare un vero e proprio manifesto del nuovo mondo senza confini, dove per i giovani il futuro fosse una gamma infinita di possibilità tra le quali non v’era che da scegliere la migliore per ciascuno. Purtroppo, probabilmente senza volerlo, Tanguy ha previsto l’andamento delle cose molto meglio di L’appartamento spagnolo: speriamo che non sia per sempre così...

Tornando a Tanguy, resta da dire che il lavoro di Chatilliez fila via bene, regalando di tanto in tanto alcuni momenti di spettacolare comicità, con certe scene veramente esilaranti. Magari difetta un po’ di senso della misura: nella seconda parte, il film sale di ritmo ed aumentano le trovate piacevoli, al contempo però gli stratagemmi dei genitori per “cacciare” Tanguy si fanno talmente cinici e crudeli che si perde ogni pretesa di verosimiglianza, il che rischia di appesantire di tanto in tanto la trama. Si tratta comunque di inciampi veniali, che non compromettono la confezione generale di un film non straordinario ma comunque ben riuscito e assolutamente piacevole.

Eric Berger in una scena del film

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