venerdì 26 aprile 2013

Paola & Chiara - Giornata storica


Paola & Chiara, Giornata storica (1998)
Tracklist: 1. Non può essere che – 2. Siamo noi – 3. Non puoi dire di no – 4. Ma’, Pa’ – 5. Le favole – 6. Giornata storica – 7. Colpo di fulmine – 8. Nina – 9. Sogni ad occhi aperti – 10. Elena fragola – 11. Meglio così – 12 Cosa vuoi! – 13. Soldati
Voto: 7,5



Giornata storica, datato 1998, secondo album delle “sorelline” milanesi Paola & Chiara, è fuori catalogo già da un po’ (non è del tutto introvabile, ma bisogna faticare un po’, rivolgendosi al mercato dell’usato, per reperirne una copia). In realtà, è “fuori catalogo” pure sul sito ufficiale del duo, che ad oggi alla pagina della discografia non lo contempla nemmeno, anche se la scritta “in costruzione” lascia la speranza che il vuoto venga colmato. Ad ogni modo, sempre sul sito ufficiale per come lo vediamo oggi, in home page troviamo una playlist di 39 canzoni di Paola & Chiara (presumibilmente le migliori), e tra queste, se non sbaglio, non trova spazio nemmeno un brano di Giornata storica. Insomma, sembra proprio che stiamo parlando di un album dimenticato dai fan e non del tutto amato nemmeno dalle sue autrici. Peccato.

Credo che il problema di Giornata storica non sia stata solo la fiacca risonanza con cui è stato accolto nelle classifiche di vendita; immagino che ad oscurarne la memoria sia stato anche il radicale cambio di genere che le sue autrici hanno intrapreso a poco più di un anno dalla sua uscita. Nel 2000, infatti, per Paola & Chiara c’è stata un’autentica svolta latina, bagnata dal successo di Vamos a bailar (Esta vida nueva), che le ha portate sulla strada di una musica più ammiccante e sensuale (con alcune spinte decisamente sexy, come Kamasutra), completamente agli antipodi rispetto a quello che esse erano state agli esordi (detto per inciso, chi vi scrive non ha apprezzato affatto gli esiti artistici di questa svolta, ma è un’opinione del tutto personale).

Eppure, nonostante l’oblio in cui ne è caduta la memoria, Giornata storica merita di essere riascoltato e magari anche un po’ rivalutato. Nel 1997, reduci dalla militanza negli 883 del Max Pezzali di La donna, il sogno & il grande incubo, Paola & Chiara hanno esordito col successo sanremese Amici come prima (vincitore della sezione giovani) e con l’album Ci chiamano bambine, ed in entrambi i casi l’imprinting “maxpezzaliano”, sia per lo stile marchiato da un pop estremamente “easy listening” che per testi semplici e molto attenti alle piccole ma grandi cose della vita quotidiana. Giornata storica segue nella scia del primo lavoro, ma lo arricchisce con due fattori non irrilevanti.

Il primo è l’amore per l’Irlanda che irrompe in più di un brano di questo disco. La passione per l’Irlanda del duo milanese era già stato esplicitato nel primo album (non mancava l’iconico trifoglio sul retro), ma musicalmente aveva fatto capolino soltanto in due brevi interludi negli altrettanti brani portati a Sanremo (oltre che nella già citata Amici come prima, anche in Per te, pubblicato sulla ristampa del disco d’esordio). Qua la presenza dei “celtismi” si fa più ampia, con l’uso di arrangiamenti che si appoggiano anche su strumenti non tipici della tradizione pop come il violoncello, il sitar, la fisarmonica (la suona Paolo Jannacci, alla memoria del cui padre Enzo rivolgiamo un saluto) fino ad arrivare alla uillean pipe e al bodhran.

Il secondo è una robusta iniezione rock a quasi tutti i brani del disco. Se l’esordio aveva guardato tout court agli 883 anche sul piano melodico (fermo restando che lo stile resta à la Pezzali in sede di stesura di testi), ora si va in direzione più anglosassone, con echi che vanno dai Cranberries ad Alanis Morisette.

L’esito di tutto questo impasto alchemico di elementi differenti viene fuori estremamente piacevole ed orecchiabile. Giornata storica suona proprio bene senza essere un capolavoro né averne le pretese, giovandosi anzi della freschezza e della spontaneità con cui le canzoni sgorgano una dopo l’altra. La sensazione è che Paola & Chiara, aiutate dall’ottima produzione di un veterano come Massimo Luca (poco noto al grande pubblico solo perché è un tecnico che lavora dietro le quinte, ma ha un curriculum di tutto rispetto), non abbiano voluto fare il passo più lungo della gamba ma limitarsi a creare con impegno e ingegno un lavoro onesto in linea con i loro gusti e le loro capacità. Tanti brani qua dentro girano e funzionano: ci sono forse pochi brani di impatto immediato (ed infatti c’è solo un singolo che ebbe abbastanza successo, Non puoi dire di no), ma nell’ascolto intero il disco non cala mai, né mostra mai stanchezza. Sin dal deciso attacco di Non può essere che si intuisce l’aria che tira, e che l’energia non mancherà fino alla fine (Giornata storica, Colpo di fulmine, Meglio così e Cosa vuoi! i brani più grintosi), anche se non mancano momenti più riflessivi (un “lento” propriamente detto non c’è, tranne forse l’ultima traccia, ma un brano come Nina se non altro abbassa un po’ i bpm).

Il finale è a sorpresa ma fino a un certo punto: con Soldati si abbandona una delle componenti del disco, il rock, e se ne abbraccia in toto un’altra, quella celtico-irlandese. Soltanto un violino, un violoncello e una fisarmonica, oltre ad altri strumenti tipicamente irlandesi, accompagnano il cantato che, su una dolce melodia vagamente medievaleggiante (ma anche, a dirla tutta, con un che di Mary Poppins), omaggia le vittime dell’attentato di Omagh, alla cui memoria il disco è dedicato, come esplicitato nel libretto (è dedicato a loro e “allo spirito di tutti i poeti guerrieri che si sono battuti e si battono per la libertà). La strage di Omagh, una delle più gravi nella guerra civile irlandese (vi perirono ventotto persone), avvenne nell’agosto del ’98, pochi mesi prima dell’uscita del disco. Due ragazze così innamorate dell’Irlanda non potevano che omaggiarne la memoria in questa delicata e eterea composizione finale, che suggella con un colpo d’ala un disco tutt’altro che sgradevole. Insomma, credo che questo disco andrebbe riscoperto: per questo mi pareva valesse la pena recensirlo!


6 commenti:

  1. bellissima recensione. condivido in pieno. Un album totalmente sottovalutato e, in una certa misura, perfino "colto". Dovrebbero rispolverare l'idea di ritornare, anche temporaneamente, a produrre questo genere di musica.

    C.

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    1. Ciao C.!
      Grazie per il tuo commento (e per i complimenti!)
      Non ho idea se a Paola e Chiara potrà mai tornare la voglia di fare musica come quella di "Giornata storica" (ma anche di "Ci chiamano bambine"), e vien da pensare che forse, visto che poi hanno preso strade musicali molto diverse, non siano tanto interessate a farlo. Comunque io, se si decidessero - per dire - a fare un tour con i brani dei primi loro due album, un concerto di questo tipo andrei senz'altro a sentirlo! Magari abbiamo dato loro un'idea...!
      A presto, ciao!

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  2. eh magari.... se leggessero qui ;-) Comunque hai ragione, non credo torneranno a fare quel tipo di musica, anche se non è stiano andando molto bene nemmeno con quella stanno facendo adesso (ok la dance spagnoleggiante, ma il troppo stroppia; se ci pensi si tengono a galla con le ospitazioni in tv)

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    1. Sembra che Chiara di recente si sia sfogata su Facebook sostenendo che lei e la sorella siano pronte a lasciare la musica perché nessuno crede più in loro e nel loro "pop-dance". Anche se probabilmente era solo uno sfogo e non una reale intenzione, prima di abbandonare del tutto la musica, ribadisco alle sorelline il mio consiglio di provare a riprendere a considerazione la musica che facevano agli esordi (tutta roba che, come già detto, secondo il mio modesto parere, era molto meglio di quella che fanno oggi!)
      http://www.leggo.it/spettacoli/musica/chiara_iezzi_facebook_etero_foto/notizie/293237.shtml

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  3. Complimenti anche da parte mia per la recensione.
    Condivido appieno anche le "frecciatine" su alcune scelte che P&C (come le chiamavano i fan) hanno intrapreso dopo il 2000.
    Pare che recentemente "Non puoi dire di no" sia stata messa in una classifica delle canzoni pop italiane più significative dal The Guardian... non so proprio in base a quale criterio, data la scarsa fortuna che il disco ha avuto.
    Scopro ora che le due artiste avrebbero "censurato" questo disco addirittura sul loro sito ufficiale.
    No comment.
    Personalmente ero molto piccola quando ascoltavo i primi dischi di Paola e Chiara, e risentire anche adesso che sono passati tanti anni certe canzoni fa ancora il suo effetto. Salvo ancora qualcosina di Festival (ma con l'operazione Kamasutra secondo me si sono rovinate la reputazione con le loro mani), poi sinceramente... non ho più sentito molta "anima" nei loro lavori!
    Anche se alcune cose sono orecchiabili (alcune canzoni di Milleluci e certi lavori da soliste... Alone di Paola è davvero bella)...
    Pareri da fan nostalgica della prima ora, che ha abbandonato il campo :)

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    1. Ti ringrazio molto per il commento, che condivido interamente: visto che le voci di uno scioglimento del duo si fanno sempre più insistente, io - come dicevo in un commento precedente - sarei per una petizione al fine di chiedere a Paola e Chiara di fare un tour con solo le canzoni dei primi due album in scaletta: sarebbe una cosa interessante!
      Ti ringrazio tantissimo anche per avermi segnalato la Top 10 di "The Guardian", di cui non sapevo niente: il link è questo http://www.theguardian.com/music/2012/jul/09/history-italian-pop-10-songs ed in effetti c'è, in una lista che va da De André a Cristicchi, anche "Giornata storica". E se ne parla pure benissimo! Resto anch'io sorpreso per questa inclusione (e non è l'unico pezzo della classifica che mi sorprende), ma evidentemente le sonorità "brit" di questo album devono aver convinto l'estensore di questa classifica (che risale al luglio 2012)!
      Un saluto, a presto,
      Francesco!

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