venerdì 13 dicembre 2013

Max Pezzali in concerto – Livorno, 12 dicembre 2013

Max Pezzali – Livorno, Amedeo Modigliani Forum, 12 aprile 2013, ore 21
Ora effettiva di inizio: 21:15
Durata: circa 2 ore e 20 minuti
Band: Max Pezzali (voce), Ernesto Ghezzi (tastiere), Giorgio Mastrocola (chitarre), Davide Tagliapietra (chitarre), Luca Serpenti (basso), Sergio Carnevale (batteria), Dj Zak (programmazioni)

Scaletta
Ragazzo inadeguato
I cowboy non mollano
L’universo tranne noi
Lo strano percorso
Rotta x casa di Dio
Gli anni
Quello che capita
Come mai
Il mio secondo tempo
Sei un mito
Sei fantastica
Hanno ucciso l’Uomo Ragno
Come deve andare
Nessun rimpianto
La dura legge del gol
[interludio]
Il presidente di tutto il mondo
[seconda parte]
La regola dell’amico
Nord sud ovest est
Il mondo insieme a te
Con un deca
La regina del Celebrità
Tieni il tempo
[bis]
Nient’altro che noi / Ti sento vivere / Io ci sarò / Eccoti / Una canzone d’amore
Sempre noi






Il Ragazzo inadeguato – come recita la simpaticissima canzone che apre la data livornese del tour legato a Max 20 – Max Pezzali è diventato grande, e si vede: l’inossidabile cappellino da baseball in testa e il look sempre molto giovanile non ingannano, il buon Max è cresciuto ed è ormai un signore maturo, un padre di famiglia con, tra l’altro, qualche pensiero in testa (come racconta egli stesso durante il concerto, al figlio Hilo di quattro anni è stata di recente diagnosticata una malattia rara potenzialmente grave, la sindrome di Kawasaki: anche se il figlio ne è fortunatamente guarito, adesso il cantante è meritoriamente impegnato in una campagna di raccolta fondi per l’Associazione Gli Amici di Lapo, impegnata nell’assistenza agli affetti da questa patologia). Non c’è niente di male nel fatto che Max Pezzali, il quale tra una canzone adolescenziale e l’altra ha superato ormai i quarant’anni, sia cresciuto e maturato, anzi sarebbe stato preoccupante, almeno per lui, se ciò non fosse successo. È che le canzoni degli 883, scapestrate e giovanili per eccellenza (ma neanche molte della carriera solista si discostano dalla linea), se cantate in “modo” maturo, generano una sorta di ossimoro, un piccolo cortocircuito che in qualche modo si fa notare.

Mi spiego: agli esordi dal vivo – grossomodo nella seconda metà degli anni Novanta – Max Pezzali coi suoi 883 portava in scena spettacoli assai poco accademici, non del tutto rifiniti, con qualche approssimazione qua e là; però erano concerti trascinanti, che emanavano un’energia contagiosa quasi funky, una scossa di entusiasmo che copriva anche le imperfezioni. Oggi il buon Max ha con sé una band impeccabile, costituita da turnisti di primissimo livello sulla scena italiana (Giorgio Mastrocola ha suonato di recente in un paio di tour di Battiato e Sergio Carnevale è assai noto nella scena “underground” per la lunga militanza nei Bluvertigo, tanto per fare un esempio) che confezionano uno show assolutamente irreprensibile, al quale però, al contrario di quanto avveniva coi vecchi 883, sembra mancare un po’ di entusiasmo, un po’ di energia. Anche se probabilmente questo è dovuto al cambio in corsa di un chitarrista (Davide Tagliapietra – tra l’altro bravissimo e ancora più bravo se, come ha detto Max in sede di presentazione, si è veramente dovuto imparare tutti i pezzi in pochissimi giorni – ha sostituito uno come Davide Ferrario che, anche lui colonna portante ormai da dieci anni della band di Battiato e turnista ormai assai affermato, facile da sostituire non è), le canzoni proposte a Livorno sono sembrate suonate quasi col pilota automatico, assai precise ma anche troppo preconfezionate, fredde ma non fresche.

Comunque, intendiamoci: i bravi musicisti sanno fare ottima musica, e la fanno. Non mancano nello show di Pezzali brani dall’arrangiamento commendevole, come Sei fantastica che si ritrova una veste quasi techno particolarmente azzeccata, Hanno ucciso l’Uomo Ragno che vira verso il rock convinto, La dura legge del gol che si irrobustisce di una ritmica dal bello spessore. Viceversa, alcuni pezzi vengono giù un po’ “plastificati”, come un’insolitamente scarna La regola dell’amico, o una sorprendentemente pigra Nord sud ovest est, per la quale negli anni Max ci aveva abituati a trascinanti arrangiamenti “tex-mex” (ancora più dell’originale) e che invece è tornata alla veste più semplice e opaca del disco: in questi casi, si tratta di canzoni che vengono “salvate” da un pubblico trascinante come non mai, il quale canta festoso a squarciagola dall’inizio alla fine, ma che in un disco live – spogliate dell’entusiasmo che si respira nel palasport – forse faticherebbero a risultare convincenti.

D’altra parte, il ruolo del pubblico nel concerto di Pezzali è veramente importante: è un pubblico entusiasta, presente in massa e preparatissimo, pronto a cantare, saltare, ballare, battere le mani e “coccolare” il proprio beniamino lungo tutto il concerto. È un ruolo così importante che c’è la sensazione che la produzione abbia scelto di puntare su una scaletta fatta solo di classici nel timore – forse un po’ ingenuo, si può dire? – che l’esecuzione di pezzi meno famosi avrebbe potuto indispettire qualcuno dei presenti sugli spalti. In effetti la scaletta non regala una sorpresa che sia una, tutti i pezzi eseguiti fanno parte della parte di repertorio più famosa di Max Pezzali, con particolare predilezione per il periodo 883: va bene che il sottotiolo del tour è “Solo successi”, ma credo che Max, se il mio ragionamento è corretto, faccia male a “sottovalutarsi” in questo modo. Il pubblico di Max Pezzali, infatti, è così affezionato e preparato che non conosce solo i grandi classici come Gli anni, Come mai e Tieni il tempo, che doverosamente non mancano, ma sarebbe pronto ad esaltarsi e commuoversi anche per canzoni teoricamente meno note ma comunque conosciute e amate.

Tant’è che forse il momento più coinvolgente dello show è proprio quello presentato come quello dei pezzi “meno noti” (si fa per dire) eseguiti solo con piccoli assaggi (una strofa e un ritornello e basta) e con l’accompagnamento semplicemente di tastiera o chitarra. Ecco, l’Amedeo Modigliani Forum su queste canzoni viene letteralmente giù, trasformandosi in un immenso karaoke di massa sul quale lo stesso Max più volte smette di cantare per osservare e ascoltare quasi commosso con quanta passione le sue canzoni vengano intonate. I pezzi in questione sono, per la cronaca, Nient’altro che noi, Ti sento vivere, Io ci sarò, Eccoti e Una canzone d’amore: son tutti brani che avrebbero potuto figurare senza problemi nella scaletta “normale”, eseguiti dall’inizio alla fine e con la band al completo; anzi, sentirli solo per un po’ lascia quasi un che di amaro in bocca... (Tralascio, perché voglio bene a Max, di parlare dei quasi irritanti intermezzi di dj Zak, che ogni tanto interrompono il concerto con estratti di vecchie canzoni degli 883 – il “Megamax” – remixate in modi sui quali è bene non esprimere commenti).

Insomma, è qui la festa? Comunque sì: ci si diverte ad ascoltare Max Pezzali, ed il pubblico se ne va via felice e con la “pancia piena”, visto che per fortuna il concerto è pure molto lungo e va oltre le due ore. Io stesso ne sono rimasto soddisfattissimo. Confermo però le critiche che ho appena espresso non per sminuire Pezzali, ma perché proprio al contrario ho la convinzione che Max possa fare anche di meglio (e ce lo ha dimostrato più volte in passato), magari con un pizzico di coraggio e di autoconvinzione in più (del resto che motivi avrebbe un artista ormai indiscusso come Max Pezzali per non avere fiducia nei propri mezzi?): per fare grandi concerti, non è necessario per forza trasformarsi nel revival di se stessi, proponendo al pubblico solo ciò che il pubblico si aspetta senza sorprendere mai; si può provare ad osare un po’ di più, e Pezzali, assieme all’ottima produzione che da sempre lo assiste, ha i numeri per farlo. Forza Max, alla prossima!

NOTA: Ho ricostruito la scaletta sulla base di quel che mi ricordo: sono ragionevolmente sicuro che le canzoni eseguite siano quelle e solo quelle che ho indicato, ma sono altrettanto certo di aver fatto qualche errore nell’ordine con cui sono state presentate.


La foto della band in un autoscatto fatto a fine concerto e pubblicato sulla pagina Facebook di Pezzali

Le banconote "Con un deca" che sono "piovute" sul pubblico durante l'omonima canzone

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