venerdì 8 agosto 2014

Cesare Cremonini - Logico

Cesare Cremonini, Logico (2014)
Tracklist: 1. Intro Blu – 2. Logico#1 – 3. GreyGoose – 4. Io e Anna – 5. John Wayne – 6. Fare e disfare – 7. Vent’anni per sempre – 8. Quando sarò milionario – 9. Se c’era una volta l’amore (Ho dovuto ammazzarlo) – 10. Cuore di cane – 11. Cos’hai nella testa
Voto: 8



Dopo La teoria dei colori, ecco Logico, altro titolo “razionalistico” che si accompagna pure ad un libretto particolarmente “geometrico”, in cui alcune lettere sono sostituiti da simboli matematici, a trasformare i testi delle canzoni in stravaganti formule aritmetiche: per il Cesare Cremonini degli ultimi anni, evidentemente, la maturità – non solo artistica, ma anche personale – si accompagna ad un problematico predominio della ragione sul sentimento. Problematico perché, tutto sommato, il “trionfo della ragione” dell’età adulta non riesce mai a sconfiggere – in prima battuta questo può sembrare un male, ma forse non lo è – l’imprevedibile irrazionalità dei sentimenti. Cuore o testa?, questo è il dilemma che innerva tutto l’ultimo album di Cremonini, sin dalla title-track nonché singolo di lancio, Logico#1 (questo #1 suggerisce che ci sarà un seguito o, più probabilmente, è un’altra concessione al fascino per i simboli extra-alfabetici che caratterizza l’album?). “La logica non è sincera”, e questo è il nodo della questione. L’affidamento ad un totale razionalismo inaridisce la vita e inibisce la spontanea impulsività dei sentimenti, dell’amore. “Non succede quasi mai di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine”: nel caos del mondo, tutt’altro che dominato da un “logos” ordinatore, forse solo l’amore, pur nel suo istintivo incedere, può per paradosso portare un po’ di equilibrio, un po’ di ordine. Ma se sono i sentimenti – illogici – a stabilizzare un’età caratterizzata dalla ragione, be’, le cose sono allora ancora più complesse di quanto sembrassero all’inizio.

Da un punto di vista di poetica dei testi, Cesare Cremonini pare effettivamente molto maturato, forse ancora più che nel precedente lavoro (già di per sé molto buono), considerando come Logico riesca nel corso delle sue dieci tracce a rappresentare con efficacia il tema del rapporto tra ragione e sentimento. Ne viene fuori un disco fatto di contrasti e opposizioni. L’accattivante GreyGoose – che prende il nome da una vodka, bevanda che di certo non si associa comunemente ai trattati matematici... – descrive con visionaria lucidità il tormentato rapporto con “Angelina”, forse una donna amata, forse la personificazione stessa del bere.

Nel Fare e disfare (come da titolo di una delle canzoni migliori del disco) che lo scontro tra logica e sentimento porta nella vita, prepotente si staglia anche il dissidio tra sogno e realtà: chi smette di sognare è perduto, ma chi sogna troppo perde di vista la vita vera. John Wayne, dal punto di vista musicale forse il pezzo più forte dell’album, di questo parla, del sogno dell’io narrante (o io cantante, come preferite) di diventare una star del cinema, così come la compassata Quando sarò milionario vagheggia un futuro di ricchezza affidata non al successo in qualche campo ma ad una fortuna che piove dal cielo, come quella sognata da chi compila fiducioso una schedina del Superenalotto. Vent’anni per sempre accarezza il sogno dell’eterna giovinezza ma stigmatizza bonariamente la pateticità di chi si ostina a non voler crescere.

La canzone migliore dell’album però, a mio parere, è Io e Anna, ritratto disincantato e poetico di un amore ormai finito. Se La nuova stella di Broadway nel precedente album descriveva l’incanto di un amore che comincia, qua ci si sposta ai “titoli di coda” di una relazione: in un clima musicale ovattato e avvolgente, la calda voce di Cremonini racconta con passione e disincanto le ultime disperate speranze di chi vede sfumare l’amore della vita e si ritrova a girare da solo di notte in una città che di colpo gli è diventata estranea come se fosse un altro pianeta, dove “a mezzanotte il bar in piazza sembra un’astronave”.

In generale, si sarà capito dalla recensione, Cremonini sfodera un altro ottimo album dopo il trionfale La teoria dei colori. Se è stato fatto un passo avanti sul piano dei testi, forse un mezzo passo indietro viene però fatto sul piano della musica, specialmente nella seconda parte del disco, dove non tutti i pezzi risultano accattivanti allo stesso modo. Nella sua ricerca di soluzioni vieppiù “cantautorali”, Cremonini deve ancora crescere un po’, il che non esclude che siano stati fatti grandissimi miglioramenti, e che altri non possano arrivare in futuro. Per ora, accontentiamoci del piacevolissimo ascolto di Logico.


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