venerdì 19 settembre 2014

Lei

Lei (2013)
Titolo originale: Her
Regia: Spike Jonze
Con: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson
1 Premio Oscar 2014 (Migliore sceneggiatura originale – Spike Jonze), 1 Golden Globe 2014 (Migliore sceneggiatura – Spike Jonze)
Voto: 9




Già oggi il nostro rapporto con la tecnologia è talmente stretto che non mancano forme più o meno patologiche di vera e propria dipendenza con gli strumenti informatici con cui ci rapportiamo continuamente nel corso delle nostre giornate. Tirando un po’ la corda, anche l’amore, non per forza nelle sue accezioni più morbose, può essere considerato una dipendenza, una dipendenza non patologica (almeno nei casi più comuni) e socialmente accettata ma comunque una sorta di dipendenza nei confronti di una persona la cui assenza ci risulta dolorosa. Portando alle estreme conseguenze questo ragionamento, è allora possibile arrivare ad innamorarsi di un computer?

Ai giorni nostri, no: i computer, anche i più sofisticati, sono macchine fredde e sterile con le quali è del tutto impossibile instaurare un rapporto affettivo, o anche semplicemente “umano”. Ma se un domani si arrivasse alla creazione di macchine così evolute da essere in possesso di un’intelligenza e di una coscienza in tutto e per tutto affini a quelle umane, sarebbe possibile innamorarsene? Magari sì: e cosa succederebbe in quel caso?

È da questa bruciante intuizione che Spike Jonze (già noto per la regia di Essere John Malkovich e Nel paese delle creature selvagge) scrive e dirige un film di “moderata fantascienza”, in cui l’elemento fantascientifico è solo il dato di partenza, dal quale si sviluppa una storia socio-sentimentale che sorprende continuamente lo spettatore. Siamo in un futuro prossimo, non si sa quando ma si capisce che non è un futuro lontanissimo da noi, magari tra venti o trent’anni. Per la prima volta viene lanciato sul mercato un sistema operativo dotato non solo di intelligenza artificiale ma anche di coscienza artificiale, insomma pensa e ragiona come un uomo, e impara dalle esperienze che fa. Theodore, il protagonista di questa pellicola interpretato da un ottimo Joaquin Phoenix, reduce da un difficile divorzio, ne acquista uno... e in un batter d’occhio si innamora del suo sistema operativo, “interpretato” dalla voce di Scarlett Johansson che non appare mai “in corpo” nel film (nella versione italiana la voce è di Micaela Ramazzotti), e finisce addirittura col fidanzarsi.

Sembra una commedia sentimentale, ed in qualche tratto ne assume pure i cliché, tanto Jonze è attento a girare con mano leggera, e a non fare mancare alcune scene francamente divertenti. Non manca qualche momento assolutamente sagace, come quando il sistema operativo, al primo avvio, chiede a Theodore, al fine di costruire una “voce” perfetta per lui, di raccontare il proprio rapporto con la madre, in un ammiccamento nemmeno tanto velato a Freud e alla psicanalisi “classica”. Il sentimento generale che innerva il film è però profondamente inquieto. Sebbene nel contesto del futuro nessuno sembra stupirsi più di tanto di una relazione amorosa tra un uomo e un computer (solo l’ex moglie ha parole al vetriolo per questo, ma infatti passa da petulante), e l’occhio del regista non esprima mai una condanna diretta verso un mondo di questo tipo, l’effetto che fa è quello di una profonda alienazione: quanto triste è un mondo in cui l’inaridimento dei rapporti umani finisce col portare a relazioni con i supporti informatici? Molto triste, tanto che il film, che pure durante la visione regala tanti moventi piacevoli (e pure commoventi, perché l’amore commuove sempre, anche e soprattutto se disperato come questo), finisce con il lasciare l’amaro in bocca allo spettatore. E a lasciargli una domanda terrificante che gli resta in testa come un tarlo: il film è solo il frutto dell’ottima fantasia di un regista brillante o precorre scenari che ci aspettano in un futuro nemmeno troppo lontano? Davvero siamo così vicini alla fine dall’essere destinati ad innamorarci dei nostri computer? La risposta, probabilmente, non è già scritta, e dipende da noi.

Joaquin Phoenix (di spalle) in una scena del film

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