Zucchero, La sesión cubana (2012)
Tracklist:
1. Nena – 2. Baila (Sexy Thing) – 3. Un kilo – 4. Never Is A Moment – 5.
Guantanamera (Guajira) – 6. Cuba libre – 7. L’urlo – 8. Indaco dagli occhi del
cielo – 9. Love Is All Around – 10. Così celeste – 11. Pana – 12. Ave Maria No
Morro – 13. Sabor a ti
Voto:
8
Zucchero
ha raccontato di avere in testa da molti anni, sin dai suoi esordi, l’idea di
realizzare un disco a Cuba con musicisti del luogo; del progetto non è mai
stato fatto di niente perché, secondo i suoi agenti, un album del genere gli
avrebbe completamente “bruciato” il mercato statunitense, nel quale all’epoca
il bluesman voleva sfondare ma che alla parola Cuba reagisce come il toro cui
il toreador sventola davanti il drappo rosso (e questa è una sindrome su cui
gli americani farebbero bene a rilettere...) Ora che il successo negli States è
raggiunto e saldo, Zucchero si è potuto finalmente togliere lo sfizio di
realizzare questo progetto: La sesión
cubana è un disco di tredici tracce, suonate da Zucchero assieme a grandi
musicisti dell’isola caraibica, che comprende sia classici della musica cubana,
sia vecchi pezzi di Zucchero riarrangiati in “salsa avaniana”, ma anche inediti
realizzati per l’occasione. Ne è venuto fuori un album singolare e
interessante, non particolarmente significativo nella ricca discografia di
Zucchero ma sicuramente originale.
Come
sempre nei lavori di Zucchero, il livello produttivo dei brani presenti è
altissimo, tutte le canzoni sono realizzate in modo impeccabile, suonate da
professionisti di razza e forti di arrangiamenti efficaci. Personalmente, della
musica cubana non sono un grandissimo amante, quindi gli standard presenti nel
pezzo – a cominciare dalla cover di Guantanamera
di cui Zucchero ha scritto il testo in italiano, mentre in altri casi ha
lasciato l’originale in spagnolo – mi sembrano i pezzi meno forti, anche se in
effetti “ci stanno bene” perché creano la giusta atmosfera per il disco. Aggiungono
poco alla storia di Zucchero anche gli inediti, tra cui comunque spicca Love is all around, una ballad molto
tipica dello stile del nostro (il ritornello ha qualcosa dell’interludio di Dune mosse, per dire), ma anche intensa
e accattivante. Mi sembra invece molto azzeccata la scelta dei vecchi brani di
Zucchero da riproporre in nuovi arrangiamenti “cubani”: il trattamento non
stravolge le versioni originali, ma dà loro un nuovo abito caraibico che con
loro si sposa alla perfezione. Davvero ottima Così celeste, non sfigurano nemmeno le scatenate Baila (Sexy Thing) né L’urlo. Brani come Un kilo e – come poteva mancare? – Cuba Libre non sono pietre miliari del repertorio di Zucchero, ma
in questo contesto han trovato una dimensione perfettamente calzante che ha
donato loro una nuova anima. In definitiva, un progetto interessante e ben
riuscito di un artista che ormai è un vero e proprio veterano della musica,
italiana e non solo.
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