Bruce Springsteen, High Hopes (2014)
Tracklist:
1. High Hopes – 2. Harry’s Place – 3. American Skin (41 Shots) – 4. Just Like
Fire Would – 5. Down In The Hole – 6. Heaven’s Wall – 7. Frankie Fell In Love –
8. This Is Your Sword – 9. Hunter Of The Invisible Game – 10. The Ghost Of Tom
Joad – 11. The Wall – 12. Dream Baby Dream
Voto:
8
La
special edition di questo album – non
perdetevela – contiene un dvd (ovviamente in HD) in cui, in un estratto di un
concerto tenuto da Bruce Springsteen con la sua E-Street Band a Londra
nell’estate del 2013, viene eseguito da cima a fondo, senza soluzione di
continuità, il mitico album Born In The
U.S.A. Vale da solo il prezzo dell’album. Già questo aiuta a capire come il
nuovo album del Boss non sia in realtà così nuovo, o meglio non contenga solo
inediti. I maligni diranno che siamo di fronte ad una crisi creativa, i
benevoli parleranno di un’occasione presa da Springsteen per fare ordine nel
proprio repertorio proponendo pezzi nuovi ad altri già incisi oltre ad un paio
di cover non famosissime. Non importa sapere chi ha ragione, diamo però
un’occhiata alla tracklist: come era successo per Land Of Hope And Dreams e American
Land inserite nel precedente lavoro Wrecking Ball, in questo disco troviamo American
Skin e The Ghost Of Tom Joad,
due classici del canzoniere del Boss, riproposte rivisitate e corrette (in
chiave più dura dell’originale, soprattutto nel secondo caso) per questo disco.
Anche la stessa title-track High Hopes non è un inedito (anche se
inedita è la versione in cui è proposta), però è molto meno famosa delle altre
due canzoni (nasce come b-side del singolo Blood
Brothers del ’96), ed è pure una cover (degli Havalinas, band poco nota
alle nostre latitudini che la incise nel ’90). E non è tutto: ci sono altre due
cover con le quali il Boss si cimenta per la prima volta, ossia Just Like Fire Would (degli australiani
The Saints, da loro edita nel 1986) e Dream
Baby Dream, brano del 1979 della band punk chiamata The Suicide.
Levando
tre brani già editi e tre cover (il totale però fa cinque perché una, come già
detto, è una cover già edita), a High
Hopes restano sette brani inediti firmati da Springsteen. Pochi per dare
una fisionomia distinta all’album, abbastanza per creare un caleidoscopio
eterogeneo (anche le produzioni e i musicisti coinvolti nelle incisioni non
sono gli stessi in tutte le tracce) in cui, tra alti e bassi, non manca qualche
perla, come la magnifica This Is Your
Sword, dall’incedere quanto mai folk. Si tratta quindi di un album di
transizione ma, per essere un album di transizione, non manca certo di qualità.
Dopo il pessimismo di Wrecking Ball, che a sua volta aveva fatto seguito
all’ottimismo di The Rising, il Boss apre timidamente ad alte speranze: lo
aspettiamo presto per un nuovo lavoro, più impegnativo e completo di questo
comunque appetitoso antipasto.
Nessun commento:
Posta un commento