I più
grandi di tutti (2012)
Regia:
Carlo Virzì
Con:
Claudia Pandolfi, Alessandro Roja, Marco Cocci, Corrado Fortuna, Dario
Cappanera
Voto:
7
Siamo
in piena Ovosodo Generation, in quel
mondo di provincia dove i percorsi di formazione sono incerti e balbettanti, e
spesso si cresce un po’ a metà, sospesi tra un’adolescenza mitica (o mitizzata)
quasi mai superata del tutto e una maturità incompleta e deludente. In I più grandi di tutti conosciamo i
quattro ex membri dei Pluto, una rock band guascona e sboccata scioltasi
quindici anni primi dopo una carriera lontana dal mainstream ma non per questo avara di soddisfazione. I quattro
hanno preso ciascuno la propria strada, c’è chi è rimasto svagato come un
tempo, chi si è fatto una famiglia, chi si è buttato toto corde sul lavoro, l’unica cosa che hanno tutti in comune è l’essersi
lasciati l’esperienza dei Pluto, e più in generale l’attività musicale, alle
spalle. Finché un giorno, a sorpresa, un giornalista, che ai tempi era stato un
loro fan, si presenta, lauta ricompensa in mano, proponendo loro una réunion
finalizzata ad un’iniziativa editoriale legata ad una rivista del settore. Sarà
l’occasione per i quattro dei Pluto per tornare a fare i conti con il proprio
passato…
Siamo
in Ovosodo Generation, dicevamo, ed
in effetti Carlo Virzì, fratello del più famoso Paolo, non si discosta dagli
stilemi cinematografici del fratello (anche la scelta del cast predilige attori
già “noti in famiglia” come Claudia Pandolfi e Marco Cocci) e delinea un
piacevole affresco di provincia (provincia toscana, anzi livornese, ça va sans dire). Rispetto al quasi
impalpabile L’estate del mio primo bacio,
Virzì junior fa sicuramente un passo in avanti. L’ambizione di fare una
commedia non priva di riflessioni profonde – che traspare qua e là in alcuni
momenti più raccolti, come la triste storia del giornalista-fan o alcune appena
accennate riflessioni sulla forza dell’arte – si smarrisce però, e appare per
lo più irrisolta, sulla strada della commedia verace e senza fronzoli. Sotto
questo aspetto tuttavia, quello della commedia piacevole e divertente, il film
funziona e lo fa grazie ad uno script agile e snello, ben interpretato dall’intero
cast che, seppure un po’ stonato nelle scene che richiedono una recitazione
classica e per così dire accademica, appare in grande forma nelle sequenze più “toscanacce”,
quelle in cui i dialoghi fluiscono a briglia sciolta quasi (sottolineo quasi)
con punte di gramelot. La scena dell’intervista ai quattro ex musicisti è ad
esempio davvero irresistibile. A conti fatti, senza troppa volgarità (e
comunque con quella volgarità verace toscana che leggera non è, ma non ha
niente a che vedere con quella pecoreccia dei cinepanettoni), Carlo Virzì
confeziona (mettendo pure mano alle simpatiche musiche) un film godibile e
senza troppe pretese, e che non deluderà quelli da questo film non si aspettano
niente di più che una commedia con cui passare un’ora e mezzo in allegria.
Dario Cappanera, Alessandro Roja, Claudia Pandolfi e Marco Cocci in una scena del film
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