Thank You For Smoking (2005)
Titolo originale: Thank
You For Smoking
Regia: Jason Reitman
Con: Aaron Eckhart, Cameron Bright, Katie Holmes,
Maria Bello, David Kochner
Voto:
8
Ci
sono delle persone che fanno dei lavori consentiti dalla legge ma, diciamolo
pure, un tantino discutibili eticamente: sono lavori “a doppio taglio”, ambìti
perché rendono bene, aborriti perché immorali, anzi dannosi per gli altri, e
per questo visti di cattivo occhio dalla società. Certo, se si hanno pochissimi
scrupoli, e il proprio motto è “Ho un mutuo da pagare”, sono lavori che possono
andare bene, specialmente in una società arrivista come quella americana in cui
il mito del self made man è ancora molto
forte. È il caso di Nick Naylor, il protagonista di questo brioso film –
incarnato da un disinvolto Aaron Eckhart – che di mestiere fa il rappresentante
delle multinazionali del tabacco. In breve, persuade la gente a fumare
sigarette convincendola che non fanno poi così male, anzi quasi quasi fanno
bene (specialmente se si va in overdose di cerotti alla nicotina…) E le cose a
Nick – che come migliori amici ha una signora che vende alcolici ed uno che
vende armi: insieme si sono ribattezzati gli MDM, i “mercanti di morte” – vanno
bene, anche col figlio, per quanto essere un buon padre quando si fanno lavori
del genere non sia facile. Il guaio però per Nick è quello di non essere
l’unico al mondo ad avere un mutuo da pagare. E a non avere scrupoli.
Thank You For Smoking
è un
film davvero apprezzabile, in grado di affrontare con ironica leggerezza le
molte ipocrisie che innervano la società americana (e mica solo quella!) Sin
dalla scena iniziale – in cui Nick è ospite di un talk show televisivo insieme
a un giovanissimo ragazzo malato di tumore al polmone a causa del fumo – la
pellicola si propone come una satira sprezzante dell’alta imprenditoria
americana, satira che in certi punti si fa veramente tanto pungente quanto
irresistibile (la trasferta di Nick in visita ad un grosso produttore hollywoodiano
è una sequenza imperdibile). Jason Reitman – regista all’esordio che anche con
la sua opera seconda, Juno, si
mostrerà a suo agio in commedie leggere che sappiano comunque lambire temi
importanti – è bravo a gestire con brio e armonia una materia potenzialmente
spigolosa, Eckhart veste molto bene i panni dell’affascinante uomo di successo,
anche Katie Holmes si gioca bene le carte della propria (piccola ma decisiva)
parte. Con leggerezza ma anche ironia politically
uncorrect (per quanto il messaggio finale sia assolutamente correct), ne viene fuori un ritratto,
divertente ma spietato, della “americanità” upper
class. Simpatico e interessante.
Aaron Eckhart in una scena del film
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