Paolo
Bacilieri, Sweet Salgari, Coconino Press, Bologna, 2012, pagg. 152
Anno di prima pubblicazione: 2012
Voto: 7,5
Nell’unico
graphic novel fino ad oggi recensito sul nostro sito, il “biopic” olandese su
Van Gogh intitolato An Artist’s Struggle,
si è messo in luce come la storia del geniale pittore abbia qualcosa in comune
con quella dello scrittore veronese Emilio Salgari (di cui abbiamo parlato a
proposito di uno dei suoi romanzi più famosi, Le tigri di Mompracem). Sono ovviamente due artisti molto diversi,
la cui vita è stata però similmente caratterizzata da un’ostinata
incomprensione del loro talento da parte degli “esperti”, tanto che entrambi si
sono suicidati, per poi incorrere in una tardiva rivalutazione post mortem. Mi fa quindi piacere che il
secondo libro a fumetti recensito su questo blog, per una coincidenza affatto
significativa, sia proprio una biografia sullo stesso Salgari, intitolata Sweet
Salgari e figlia della matita di Paolo Bacilieri.
Salgari in
realtà non fu del tutto un incompreso in vita, nel senso che il successo dei
suoi lavori fu grande sin dalla loro pubblicazione (tanto che l’intensa
attività apocrifa che fiorì in seguito alla sua morte, di cui si allude anche
nel finale di questo graphic novel, ebbe secondo taluni dei prodromi già con l’artista
in vita). Si trattò però di un successo di pubblico, per lo più di un pubblico
di ragazzi, misconosciuto dalla critica mainstream, che vedeva in lui poco più
che uno scrittore commerciale senza alcuna conntoazione manifestamente “letteraria”
– come se fosse facile scrivere per ragazzi! E d’altra parte nell’Italia gretta
di fine Ottocento e inizio Novecento – che forse era addirittura peggiore di
quella di oggi (forse) – il mestiere di scrittore professionista non era poi
così prestigioso da garantire al buon Salgari una vita agiata. Anzi, nonostante
la nomina a Cavaliere di Gran Croce che ne “consacrò” per certi versi la
“gloria” poetica (un po’ come l’alloro petrarchesco), Salgari fu in vita un
eterno travet della letteratura, stritolato un po’ – va detto – dalla propria
incapacità “manageriale”, un po’ dall’avidità dei suoi editori. Ben altra vita
avrebbe condotto uno scrittore di grido come Salgari nel mondo di oggi, dove
personaggi come Harry Potter (e non mi direte che un Harry Potter valga più di
un Sandokan o di un Corsaro Nero!) garantiscono (giustamente) ai loro artefici
guadagni milionari.
Bacilieri propone un omaggio a Salgari raccontandone l’esistenza
attraverso flash su di essa, a episodi irrelati raccordati tra di loro, con
piacevole trovata, da alcuni passi dei romanzi dello scrittore salgariano. Si
tratta di una ricostruzione per tableaux delicata e commossa, mai agiografica
ma teneramente di parte, cruda quando serve (l’episodio dell’harakiri col quale
Salgari pose drammaticamente fine alla propria esistenza è raccontato senza
reticenze) ma con un tratto sempre molto rispettoso. C’è come un senso di
risarcimento che l’Autore si propone di rendere ad un artista che avrebbe
meritato più riconoscimenti, più gloria e più felicità. Sweet Salgari è un’operazione interessante anche per questo taglio,
oltre che per la godibilità stessa della lettura e del disegno raffinato e
sobrio. Se il mondo della cultura ha ancora un debito da saldare con Salgari,
questo fumetto prova a fare un passo avanti in tal senso.
Una vignetta di Sweet Salgari
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