venerdì 4 ottobre 2013

Dave Eggers - Erano solo ragazzi in cammino

Dave Eggers, Erano solo ragazzi in cammino – Autobiografia di Valentino Achak Deng, Mondadori, Milano, 207, pagg. 595
Titolo originale: What is the What
Anno di prima pubblicazione: 2006
Traduzione di Giuseppe Strazzeri
Voto: 9



Di fronte all’ennesima strage di migranti inghiottiti un po’ dai flutti del Mar Mediterraneo ed un po’ da una politica italiana ed europea che non è mai stata in grado di fornire veramente risposte ad un fenomeno che non può essere né ignorato né arginato, le riflessioni da affrontare sono assai complesse e non riassumibili su un semplice blog di recensioni. Tra le varie cose su cui fermare il pensiero, andrebbe considerato un fattore che sta a monte di tutto: perché migliaia di persone ogni anno sfidano la sorte per un rischiosissimo viaggio pur di abbandonare le proprie terre e approdare nel cosiddetto Occidente civilizzato?

La risposta a questa domanda è in realtà, nella sua drammatica semplicità, molto facile da dare, purtroppo: le condizioni nei paesi da cui questi migranti partono sono disperate. Spesso restare laggiù significa firmare la propria condanna a morte. Non è facile da capire, perfino un razzista – che per il solo fatto di essere razzista dimostra di non avere grande intelligenza – dovrebbe capirlo. In quei paesi si muore, come oggi si muore in Siria ieri si moriva in Sudan, e così via.

Per entrare nel merito della questione, vale la pena cercare sui banchi delle librerie qualche testo che racconti in prima persona le vicende di questi uomini sciagurati, “colpevoli” solo di aver pescato un biglietto sfortunato nella lotteria della vita ed essere nati nel posto sbagliato. Io propongo il bellissimo Erano solo ragazzi in cammino, del giovane (classe 1970) ma talentuoso e già piuttosto famoso scrittore americano Dave Eggers.

Eggers ha raccolto la testimonianza di Valentino Achak Deng e l’ha stesa, in prima persona, in questa autobiografia che potremmo definire apocrifa ma autorizzata. Valentino è un profugo del Sudan immigrato negli Stati Uniti dopo aver vissuto un’infanzia e un’adolescenza marchiate dall’orribile marchio della guerra. Nell’analizzare questo libro, allora, non possiamo che cominciare da ciò che più salta agli occhi, vale a dire il contenuto: la storia raccontata in queste pagine è innanzitutto la storia di un dramma reale, di una terra in cui a danno dell’umanità si sono perpetrati orrori difficilmente immaginabili e oltretutto poco noti alle nostre latitudini. Vale la pena soffermarsi su questo: la storia di Valentino è immagine della storia del Sudan, e la storia del Sudan è riflesso della storia della razza umana e delle atrocità che essa è in grado di attuare.

La commendevole operazione di Eggers, comunque, non finisce qui: non si tratta soltanto di un’opera di informazione né di semplice storiografia. Erano solo ragazzi in cammino, come precisato nell’introduzione di Deng, è un romanzo: con questa definizione si vuole non solo semplicemente alludere al fatto che vi siano anche contenuti di fantasia (tutti altamente verosimili, e, del resto, chi ha studiato il genere autobiografico sa bene che, sin dalle Confessioni di Rousseau, un’autobiografia che dica sempre e solo la verità non è mai esistita), ma anche al fatto che il modo di esporre la storia è schiettamente narrativo.

In questo senso, il lavoro di Eggers è davvero pregevole anche dal punto di vista letterario, sia per la cesellatura dello stile, sempre estremamente chiaro ed esatto, sia per gli incastri dei vari episodi all’interno della trama; in particolare, la struttura di alternanza cronologica degli eventi fa in modo che la parte successiva al trasferimento di Valentino negli Stati Uniti – sicuramente meno coinvolgente della prima parte in Africa – sia distribuita lungo il racconto e non tutta in fondo, ad ingolfare il finale; in questo modo, il romanzo è appassionante dalla prima all’ultima pagina, e le scene d’avventura e i momenti di riflessione sono alternati con pregevole equilibrio.

Ecco così un testo bellissimo, sconcertante e commovente: il lettore resta incollato a queste pagine intensissime, piange per la sorte di Valentino e degli altri profughi e si infuria al pensiero che tutto ciò che è narrato è una storia vera. “Tu non capisci”, pensa Valentino quando in America qualcuno lo tratta con ostilità e disprezzo, “non aggiungeresti altra sofferenza alla mia vita se sapessi che cosa ho visto”: niente è meglio di un libro ben scritto per sensibilizzare su argomenti così scottanti, e di certo nell’ottima opera di Eggers-Deng è contenuto anche un vibrante messaggio morale in difesa dell’uomo e della sua dignità al di là di ogni etnia e di ogni colore della pelle (alla faccia dei superficiali cafoni che plaudono alla presunta superiorità della nostra “razza” ignorando che gli uomini della Terra non sono che di una razza, quella umana). 

Chi volesse saperne di più su Valentino Achak Deng, e magari donare qualcosa alla sua fondazione, può visitare il sito www.valentinoachakdeng.com (dove si parla diffusamente anche di questo romanzo, menzionato ovviamente col titolo originale, What is the What)

«Avete mai sentito l’espressione “svuotare uno stagno per prendere il pesce”? Stanno asciugando lo stagno in cui i ribelli possono nascere o trovare sostegno. Stanno devastando la terra dei Dinka per evitare che dalla nostra terra possano venire altre ribellioni. E quando arrivano, i murahaleen disperdono la gente e dopo che la popolazione se n’è andata, che i Dinka come noi non ci sono più, si trasferiscono nelle nostre terre da cui ce ne siamo andati. E vincono su molti piani. Hanno il nostro bestiame, hanno la nostra terra, hanno la nostra gente che bada al bestiame che ci hanno rubato. E il nostro mondo è totalmente rovesciato. Noi peregriniamo per il paese, lontano dai nostri luoghi natali, dalle nostre terre e dai nostri ospedali. Khartum vuole rovinare la terra dei Dinka e renderla inabitabile. Dopo di che avremo bisogno di loro per restaurare l’ordine, e avremo bisogno di loro per qualunque cosa».

(Pag. 154)

Nessun commento:

Posta un commento