Björn
Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver, Iperborea, Milano, 1995,
pagg. 492
Titolo originale: Long
John Silver
Anno di prima pubblicazione: 1995
Traduzione di Katia De Marco
Voto: 9,5
Björn
Larsson, una sorta di brioso Umberto Eco di Svezia (anch’egli è infatti un
professore universitario col pallino della letteratura), parte per questo
romanzo da un’idea tanto folgorante quanto azzardata: scrivere l’autobiografia
– ovviamente fittizia – di Long John Silver, personaggio che in L’isola del tesoro di Stevenson è sì
fondamentale ma che a un certo punto del romanzo scompare come un fiume carsico.
Ed è stupefacente l’abilità che Larsson dimostra nel far convivere due entità
che sembrerebbero inconciliabili: da un lato non tradisce Stevenson, nel senso
che il personaggio di queste pagine è coerente con quello del classico della
letteratura inglese dal quale esso “proviene”; dall’altro, costruisce attorno a
Long John Silver un lungo “romanzone” di amplissimo respiro, scritto in punta
di penna, che fila via che è un piacere. E tutto questo viene ottenuto con un
duplice lavoro: in primo luogo, viene edificato un plot entusiasmante col quale, di avventura in avventura, il lettore
viene avvinto (si tratta di fatto sia di un prequel
che di un sequel di L’isola del tesoro, e nel corso del
romanzo di Larsson la storia di Long John Silver tocca mezzo mondo – la vicenda
inizia a Bristol e si svolge poi anche in America, Africa e Asia – ed egli è
prima marinaio, poi schiavo, diventa ovviamente pirata e infine commerciante in
“pensione”); in secondo luogo, c’è un’attenta e documentata ricostruzione
storica, ricca di notizie, anche economiche e sociologiche, su quello che
realmente fu nel diciottesimo secolo il fenomeno, vasto e complesso, della
pirateria. Björn Larsson stravince la sua rischiosa scommessa fondendo tutto
questo in un unicum armonico in cui non mancano neanche tematiche schiettamente
narrative e pure metanarrative, come il rapporto tra vita, verità e romanzo:
tant’è che, in questo singolare gioco di specchi, in un episodio del romanzo a
comparire sulla scena è un personaggio che non solo è realmente esistito, ma è
anche stato un letterato di prim’ordine, come Defoe (non a caso uno dei padri del romanzo moderno). Tutto questo amalgama di
elementi, però, non crea un impianto incoerente e sconnesso in cui troppe
istanze si accavallano disperdendo la forza di attrazione del testo; al
contrario, il tessuto complessivo del romanzo è un sistema omogeneo di una
narrazione avvincente dallo stile efficace. Se ultimamente avete letto dei
romanzi che vi hanno deluso, il Long John
Silver di Larsson può essere un ottimo modo per riscoprire il piacere della
lettura!
“Mio
figlio non è un peccatore!” disse la vecchia.
Seguii
il suo sguardo e esaminai più da vicino uno dei cadaveri, senza tuttavia trovare
alcuna somiglianza degna di nota.
“Che
colpa ha commesso, allora, per finire lì?” le domandai.
“Ha
ucciso dei conigli nelle terre del duca. Non avevamo niente da mangiare,
signore, vi giuro che è la verità.”
“Per
tutti i diavoli!” esclamai. “Si può essere impiccati per qualsiasi cosa, in
questo paese?”
(pag.
173)
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