Blur, Parklive (2012)
Tracklist:
CD 1 1. Girls And Boys – 2. London Loves
– 3. Tracy Jacks – 4. Jubilee – 5. Beetlebum – 6. Coffee & TV – 7. Out Of
Time – 8. Young And Lovely – 9. Trimm Trabb – 10. Caramel – 11. Sunday Sunday –
12. Country House – 13. Parklife (feat. Phil Daniels) CD 2
1. Colin Zeal – 2. Popscene – 3. Advert – 4. Song 2 – 5. No Distance
Left To Run – 6. Tender – 7. This Is A Low – 8. Sing – 9. Under The Westway /
Intermission – 10. End Of A Century – 11. For Tomorrow – 12. The Universal.
Voto:
9,5
Non
so voi, ma io ho apprezzato particolarmente le Olimpiadi di Londra che sono
appena terminate: le Olimpiadi sono sempre belle, ma, a prescindere dai
risultati sportivi, questi ultimi giochi olimpici a mio parere hanno avuto
qualcosa di particolarmente affascinante. Uno degli elementi – non l’unico, ma
significativo – che hanno reso magico quest’evento è stato che esso è stato il
pretesto per una graditissima réunion
di uno dei gruppi più british che ci siano in circolazione, i Blur, che sono
stati chiamati – ed hanno accettato più che volentieri – a tenere un concerto a
Hyde Park la sera dell’ultima giornata dei Giochi, in una sorta di show
parallelo rispetto alla cerimonia di chiusura ufficiale. È stata una serata
straordinaria per i molti che sono accorsi all’evento, ma anche chi non è
potuto andare ha la possibilità già adesso di viversi quasi in diretta il
concerto del 12: grazie alla tecnologia, e ad una società specializzata cui si
sono rivolti i Blur, già dal 13 sera, nemmeno a 24 ore dalla fine del concerto,
lo show integrale è stato pubblicato in digitale su iTunes. E per i fan più incalliti non mancheranno nemmeno le
versioni in cd e dvd, che però richiedono tempi tecnici un po’ più lunghi
(anche se per il cd i Blur promettono di muoversi con estrema solerzia, e
sperano di pubblicarlo già in settimana prossima).
Anche
se il loro ultimo album, Think Thank,
risale al 2003 (e vedeva la partecipazione del chitarrista Graham Coxon solo in
una traccia), e negli ultimi dieci anni i quattro ragazzi han preso strade
diverse (il leader Damon Albarn ha sfornato side
project in serie, tra cui il riuscitissimo esperimento dei Gorillaz,
similmente lo stesso Coxon ha avviato una carriera solista nel circuito
alternativo, il bassista Alex James – specializzatosi nella degustazione di
formaggi – e il batterista Dave Rowntree – che ha preso il brevetto di pilota d’aereo
– han seguito altri progetti, musicali e no), i Blur non si sono mai sciolti
ufficialmente. Tant’è che già nel luglio 2009 Hyde Park fu teatro di un altro
memorabile ritorno, in due memorabili serate, entrambe pubblicate su cd e dvd.
La
scelta dei Blur è stata quindi quella di restare in standby, senza pubblicare inediti fintanto che non troveranno
veramente l’ispirazione per farlo, perché non avrebbe senso – e sarebbe quasi
un tradimento nei confronti dei molti e calorosi fan che li seguono da anni –
incidere qualcosa “tanto per”, solo di mestiere, senza metterci il cuore. E
così dal 2003 ad oggi gli inediti pubblicati sono solo tre, Fool’s Day, resa disponibile
gratuitamente sul sito della band nel 2009, e quest’anno il singolo Under The Westway con la sua b-side The Puritan. È una scelta nobile e
coraggiosa, che però espone i Blur al rischio che queste “rimpatriate” siano un
po’ tutte uguali le una dalle altre, una carrellata di vecchi successi che non
aggiunge niente di nuovo a quanto già fatto.
Questo
rischio, in parte inevitabile, è in parte scongiurato grazie al fatto che il
repertorio dei Blur per un verso canzoni bellissime che non stancano mai
nemmeno se ascoltate e riascoltate a ripetizione, per un verso è molto ampio e “robusto”,
per cui anche uscendo dal seminato delle smash hit di sicuro impatto il valore
qualitativo dello show non ne risente, al contrario, e Albarn e soci hanno
avuto l’intelligenza di costruire oggi una scaletta differente rispetto a
quella del 2009, e ricorrendo in entrambe le occasioni a scelte non del tutto
scontate, in cui ai classici si sommano pezzi meno noti ma non per questo
inferiori.
25
brani nel 2009, 25 brani oggi. Rispetto ad allora, va detto anzitutto che oggi
i Blur han pure suonato meglio, evitando alcune smagliature che si potevano
ascoltare tre anni fa (ad esempio Trimm
Trabb, che è comunque uno dei brani di più difficile esecuzione del loro
repertorio, a questo giro è impeccabile, nel 2009 era un po’ più
approssimativa). E poi la scaletta è, per così dire, un po’ più “londinese”:
nella serata che celebra Londra come centro di un mondo “olimpicamente” aperto
e multietnico, non potevano mancare i brani che di questo ottimo
cosmopolitismo, ma anche ahimè dei problemi di cui talvolta è foriero, sono la
celebrazione, a partire dalla magnifica Parklife
che, a pochi chilometri di distanza e quasi in contemporanea, è stata fatta
ascoltare pure nella cerimonia di chiusura ufficiale dei Giochi. È proprio Parklife (ma è ben presente anche l’altro album “londinese”, Modern Life Is Rubbish di cui si è parlato in passato)
l’album più
rappresentato della serata, con singoli indimenticati come Girls And Boys nonché brani meno famosi come London Loves, che non poteva veramente mancare. Questo viaggio
nella musica dei Blur è un simposio eterogeneo di ambientazioni e stili, dall’heavy
metal di Song 2 alla psichedelica
raffinatezza di Sing (il brano più “antico”
della serata, datato 1991, e che fu in un film molto importante per il Regno
Unito, lo scozzese Trainspotting), senza tralasciare altre perle come la
divertente Country House (che i Blur
parevano aver rinnegato ma che invece han spolverato pure nel 2009) e l’epica Tender, forse il brano più apprezzato
dal pubblico. Tra le sorprese, Caramel,
brano tanto oscuro quanto affascinante, e pure una b-side (dal singolo Chemical World, 1993) cioè Young And Lovely (niente male nemmeno
quella). Viene eseguita anche, da Modern
Life Is Rubbish, la strumentale Intermission, che – forse per la furia di
pubblicare il live – viene segnalata in scaletta come Commercial Break (che è
invece l’altro strumentale di Modern Life).
Non si chiude come ai vecchi tempi con This
Is A Low (che molti fan considerano il miglior finale per un concerto dei
Blur, e che comunque viene eseguita nel finale), ma la chiusura ad un trittico
comunque niente male come End Of A
Century, For Tomorrow e The Universal. Grandi ragazzi: con un
bell’album di inediti ci rendereste tutti felici, ma va benissimo anche così! A
presto!
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