Casablanca (1942)
Titolo
originale: Casablanca
Regia:
Michael Curtiz
Con:
Humphrey Bogart, Ingrid Bergman
3
Premi Oscar 1944 – miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura non
originale
Voto:
10
Abbiamo
sostenuto più volte su questo blog che l’arte “d’autore” non può essere
costituita solo da opere “impegnate”, lavori oscuri e polverosi, mattoni di
pregevolissima fattura formale ma indigeribili per un grande pubblico di non
addetti ai lavori. Ci possiamo accontentare anche di opere semplicemente fatte
bene, molto bene, impeccabili anche se non profondono un grande impegno civico,
un grande sperimentalismo formale, una particolare rivoluzione tecnica.
Tutto
questo per dire che talvolta capita di leggere recensioni negative di Casablanca – anche da studiosi
autorevoli, come Umberto Eco la cui stroncatura è tanto famosa quanto poco
convincente – e di restare un po’ sorpresi, almeno per il mio punto di vista. Casablanca, nella mia modesta opinione,
è un film pressoché perfetto. La trama, innanzitutto, è cesellata e puntuale
quasi come quelle degli antichi poemi epici: ciò che succede al “Rick’s Café
Américan” di Casablanca e dintorni durante la Seconda Guerra Mondiale, quando
gente un po’ di ogni risma si rifugia lì nella speranza di ottenere un visto
per il Portogallo e da lì ripiegare in America, con le magnifiche figure
romantiche di un eroe e di un’eroina perfetti (gli immortali Humphrey Bogart e
Ingrid Bergman) costrette dal destino ad uno struggente gioco di addii e
ritorni, ricalca davvero gli schemi narrativi più classici. Non dimentichiamo
nemmeno una recitazione d’alta scuola, portata avanti da grandi attori in una
forma strepitosa. Il punto di forza però è forse una sceneggiatura ritmata e
implacabile, che rende il film fluido ed estremamente coinvolgente dall’inizio
alla fine, ancora estremamente appetibile dal pubblico di oggi nonostante
stiamo parlando di un film del 1942.
Certo,
non è, come si diceva, un film particolarmente concettoso né impegnato. Se
uscisse oggi, potremmo quasi definirlo un blockbuster, con rispetto parlando. È
però vero che, se un film bello, non possiamo certo fargli una colpa del
successo che ha avuto, anzi chapeau: fossero tutti così, i blockbuster non
avrebbero nemmeno bisogno di essere distinti dal cosiddetto cinema d’autore...
Una delle scene più famose del film: il bacio tra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman
Qualche
curiosità in più...
-
Uscito negli Stati Uniti il 26 novembre 1942, Casablanca è tratto da una pièce teatrale, tra l’altro mai messa in
scena, di Murray Burnett e Joan Alison, Everybody
comes to Rick.
-
Pellicola di culto praticamente sin dalla sua uscita, spesso citata in altri
lavori successivi (uno su tutti, Provaci
ancora, Sam! di Woody Allen), Casablanca
nel 1997 è stato indicato dall’American Film Institute come il secondo miglior
film di sempre, nonché il primo nella categoria dei film romantici. Sempre
secondo l’American Film Institute, ben sei citazioni di Casablanca figurano nella classifica delle cento migliori battute
di sempre: curiosamente, quella che forse è la battuta più famosa del film, Suonala ancora Sam!, 28° nella
classifica dell’AFI, nel film non è mai pronunciata, o almeno non alla lettera
(le parole esatte con cui Ilsa si rivolge a Sam sono “Suonala, Sam... Suona Mentre il tempo passa”)
-
Il film è stato vivisezionato dai suoi ammiratori, che vi hanno scovato molte
inesattezze, che tra l’altro non ne inficiano il valore artistico. Tra le più
evidenti, si segnala comunque che, al tempo in cui è ambientato il film, non
potevano essere presenti soldati tedeschi nelle colonie francesi, così come era
stato ratificato dal secondo armistizio di Compiègne, che aveva posto fine,
almeno per un po’, alle ostilità franco-tedesche nella Seconda Guerra Mondiale.
-
Ovviamente, tutte le scene del film sono state girate in territorio americano,
perlopiù negli studios della Warner. Il set del “Rick’s Café Américan” è stato
comunque ispirato all’hotel “El Minzah” di Tangeri. Anche l’aeroporto della
scena finale è stato ricostruito in teatri di posa: durante la Seconda Guerra
Mondiale, la legge americana proibiva di fare riprese negli aeroporti dopo il
tramonto.
-
Dooley Wilson, l’attore (probabilmente il meno pagato del cast!) che impersona
Sam, è un musicista anche nella vita, ma non un pianista, bensì un cantante e
un batterista. Quindi nel film suona per così dire in “playback”, non senza
avere appreso da Elliot Carpenter, il pianista che suona per davvero la colonna
sonora, i movimenti giusti delle mani per dare l’impressione di essere
veramente lui a suonare.
-
Il film è uscito in Italia a guerra finita, il 4 ottobre 1946, non senza
qualche “ritocco” da parte di qualche solerte funzionario di censura afflitto
probabilmente da qualche nostalgia fascista: nella versione uscita nelle sale,
venne tagliato infatti l’impacciato capitano Tondelli, il soldato italiano che
di certo non fa bella figura le cui scene sono state inserite nella versione
italiana, ridoppiate per l’occasione, solo al momento della pubblicazione in
dvd. Una “manomissione” però è rimasta: nella versione italiana, Rick riconosce
di avere aiutato i “cinesi”, mentre in realtà nella versione originale aveva
aiutato gli etiopi nella guerra contro gli italiani.
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