Cesare Cremonini, Logico (2014)
Tracklist:
1. Intro Blu – 2. Logico#1 – 3. GreyGoose – 4. Io e Anna – 5. John Wayne – 6.
Fare e disfare – 7. Vent’anni per sempre – 8. Quando sarò milionario – 9. Se c’era
una volta l’amore (Ho dovuto ammazzarlo) – 10. Cuore di cane – 11. Cos’hai
nella testa
Voto:
8
Dopo
La teoria dei colori, ecco Logico, altro titolo “razionalistico”
che si accompagna pure ad un libretto particolarmente “geometrico”, in cui
alcune lettere sono sostituiti da simboli matematici, a trasformare i testi
delle canzoni in stravaganti formule aritmetiche: per il Cesare Cremonini degli
ultimi anni, evidentemente, la maturità – non solo artistica, ma anche
personale – si accompagna ad un problematico predominio della ragione sul
sentimento. Problematico perché, tutto sommato, il “trionfo della ragione” dell’età
adulta non riesce mai a sconfiggere – in prima battuta questo può sembrare un
male, ma forse non lo è – l’imprevedibile irrazionalità dei sentimenti. Cuore o
testa?, questo è il dilemma che innerva tutto l’ultimo album di Cremonini, sin
dalla title-track nonché singolo di lancio, Logico#1 (questo #1 suggerisce che ci sarà un seguito o, più
probabilmente, è un’altra concessione al fascino per i simboli extra-alfabetici
che caratterizza l’album?). “La logica
non è sincera”, e questo è il nodo della questione. L’affidamento ad un
totale razionalismo inaridisce la vita e inibisce la spontanea impulsività dei
sentimenti, dell’amore. “Non succede
quasi mai di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine”:
nel caos del mondo, tutt’altro che dominato da un “logos” ordinatore, forse
solo l’amore, pur nel suo istintivo incedere, può per paradosso portare un po’
di equilibrio, un po’ di ordine. Ma se sono i sentimenti – illogici – a stabilizzare
un’età caratterizzata dalla ragione, be’, le cose sono allora ancora più
complesse di quanto sembrassero all’inizio.
Da
un punto di vista di poetica dei testi, Cesare Cremonini pare effettivamente
molto maturato, forse ancora più che nel precedente lavoro (già di per sé molto
buono), considerando come Logico riesca nel corso delle sue dieci tracce a
rappresentare con efficacia il tema del rapporto tra ragione e sentimento. Ne
viene fuori un disco fatto di contrasti e opposizioni. L’accattivante GreyGoose – che prende il nome da una
vodka, bevanda che di certo non si associa comunemente ai trattati
matematici... – descrive con visionaria lucidità il tormentato rapporto con “Angelina”,
forse una donna amata, forse la personificazione stessa del bere.
Nel
Fare e disfare (come da titolo di
una delle canzoni migliori del disco) che lo scontro tra logica e sentimento
porta nella vita, prepotente si staglia anche il dissidio tra sogno e realtà:
chi smette di sognare è perduto, ma chi sogna troppo perde di vista la vita
vera. John Wayne, dal punto di vista
musicale forse il pezzo più forte dell’album, di questo parla, del sogno dell’io
narrante (o io cantante, come preferite) di diventare una star del cinema, così
come la compassata Quando sarò
milionario vagheggia un futuro di ricchezza affidata non al successo in
qualche campo ma ad una fortuna che piove dal cielo, come quella sognata da chi
compila fiducioso una schedina del Superenalotto. Vent’anni per sempre accarezza il sogno dell’eterna giovinezza ma
stigmatizza bonariamente la pateticità di chi si ostina a non voler crescere.
La
canzone migliore dell’album però, a mio parere, è Io e Anna, ritratto disincantato e poetico di un amore ormai
finito. Se La nuova stella di Broadway
nel precedente album descriveva l’incanto di un amore che comincia, qua ci si
sposta ai “titoli di coda” di una relazione: in un clima musicale ovattato e
avvolgente, la calda voce di Cremonini racconta con passione e disincanto le
ultime disperate speranze di chi vede sfumare l’amore della vita e si ritrova a
girare da solo di notte in una città che di colpo gli è diventata estranea come
se fosse un altro pianeta, dove “a
mezzanotte il bar in piazza sembra un’astronave”.
In
generale, si sarà capito dalla recensione, Cremonini sfodera un altro ottimo
album dopo il trionfale La teoria dei
colori. Se è stato fatto un passo avanti sul piano dei testi, forse un mezzo
passo indietro viene però fatto sul piano della musica, specialmente nella
seconda parte del disco, dove non tutti i pezzi risultano accattivanti allo
stesso modo. Nella sua ricerca di soluzioni vieppiù “cantautorali”, Cremonini
deve ancora crescere un po’, il che non esclude che siano stati fatti
grandissimi miglioramenti, e che altri non possano arrivare in futuro. Per ora,
accontentiamoci del piacevolissimo ascolto di Logico.
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