venerdì 17 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty

I sogni segreti di Walter Mitty (2013)
Titolo originale: The secret life of Walter Mitty
Regia: Ben Stiller
Con: Ben Stiller, Kristen Wiig
Voto: 7




Walter Mitty, redattore fotografico della rivista Life che si appresta ad uscire in edicola con l’ultima copia della sua esistenza, ogni tanto si “incanta”, ossia impalato fissa il vuoto mentre le sua mente corre all’impazzata dietro ai propri sogni. Un giorno, spinto per necessità lavorative a mettersi sulle tracce di un fotografo giramondo, decide però che è giunta l’ora di mettere da parte i vagheggiamenti onirici e di iniziare a vivere per davvero: si imbarca su un aereo per la Groenlandia ed inizia a fare della propria vita qualcosa di molto simile ai suoi sogni.

Alle prese con la triplice prova di produttore, regista e protagonista, Ben Stiller sembra indeciso sul da farsi: puntare su un classico film comico appunto “alla Ben Stiller”, divertente ma senza troppe pretese, o provare a creare qualcosa di un po’ più “autoriale” e concettoso? Nel dubbio, il tentativo pare quello di imboccare contemporaneamente entrambe le strade, tentando un difficile connubio che magari ai registi più strutturati può anche riuscire (si pensi al magnifico Dottor Stranamore, che ovviamente è film di altra categoria) ma che a Stiller riesce a metà.

Voglio dire: finché si tratta di imbastire una scena comica, Stiller ci sa fare; quando si tratta invece di dare corpo a concetti più “aulici”, il regista-attore sembra fare sempre il passo più lungo della gamba – e, tra l’altro, ne pare anche consapevole. E così il lato comico del film è divertente ma è molto attenuato; il lato éngagé riesce invece un po’ “telefonato”, eccessivamente didascalico e non in grado di spalancare veramente chissà quali orizzonti.

Peccato perché in realtà l’impianto complessivo del film è veramente buono. Dal punto di vista concettuale, giocare con i vari livelli di realtà presentati dal cinema – e dall’arte “fictionale” in generale – è molto interessante: un po’ come nel passo di Cent’anni di solitudine che abbiamo citato parlando di Django Unchained, e come del discorso sul “patto con lo spettatore” che abbiamo fatto a proposito di Il Mundial dimenticato, ciò che noi vediamo sul grande schermo durante il film è “vero” o “falso” solo in relazione a quanto “vero” o “falso” decide il regista; se il regista ci mostra come vero ciò che all’interno del film è falso – o viceversa – il gioco confonde lo spettatore ma si fa molto accattivante. E il punto concettuale più forte di I sogni segreti di Walter Mitty – anche se non del tutto compiuto – sta proprio in questo confine talvolta molto labile tra i vari livelli di realtà, tanto che alla fine è pure lecito chiedersi: e se tutto l’intero film non fosse che un sogno del protagonista? O magari di uno che sogna di essere il protagonista?...

Altro punto di forza da segnalare è la bellezza visiva del girato: il “location scouting” per i vari set, e di pari passo la fotografia, in questa produzione han funzionato molto bene, non c’è che dire. Specialmente la metà del film girata in Islanda (anche se il film è ambientato pure in Groenlandia e Afghanistan, tutte le scene “artiche” sono state girate in Islanda) regala delle scene davvero straordinarie, dall’impatto visivo degno di un documentario sulle meraviglie del mondo.

Luci ed ombre, insomma, si affastellano in un film non del tutto riuscito ma comunque gradevole. 


Ben Stiller in una scena del film

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