Noel Gallagher, The Dreams We Have
as Children (2009)
Tracklist: 1. (It’s Good) To be Free – 2. Talk Tonight
– 3. Fade Away – 4. Cast No Shadow – 5. Half the World Away – 6. The Importance
of Being Idle – 7. The Butterfly Collector (feat.
Paul Weller) – 8. All You Need Is Love (feat.
Paul Weller) – 9. Don’t Go Away – 10. Listen Up – 11. Sad Song – 12.
Wonderwall – 13. Slide Away – 14. There Is A Light That Never Goes Out – 15.
Don’t Look Back in Anger – 16. Married With Children
Voto:
8
Ci
siamo. Un tempo c’erano gli Oasis, l’irresistibile coppia perennemente
scoppiata dei fratelli Liam e Noel Gallagher, che poi alla fine sono scoppiati
davvero e si sono scissi. Da una parte i Beady Eye, la band di Liam, che negli
Oasis cantava ma che non ha mai scritto che un pugno di canzone, dall’altra
Noel, che negli Oasis cantava pochissime canzoni ma le aveva scritte quasi
tutte (e inoltre suonava la chitarra). E così anche i fan non potevano che
dividersi in due fazioni (beninteso pacifiche, al contrario dei due fratelli
che non sono mai stati in rapporti idilliaci): da una parte i fan di Liam,
dall’altra quelli di Noel. E per quelli che – come me, lo confesso – stanno
dalla parte di Noel, l’attesa è quasi finita: la prossima settimana uscirà il
primo album di inediti da solista dell’ex chitarrista degli Oasis. Per
ingannare l’attesa, è possibile ascoltarsi questo The Dreams We Have as Children, album live poco noto ma molto
interessante. Registrato dal vivo il 27 marzo 2007 e dato allo stampe solo due
anni più tardi (in un cd gratuito di 11 tracce allegato al Sunday Times: la versione integrale è disponibile solo in edizione
digitale, a pagamento ma con ricavato donato in beneficienza), The Dreams We Have as Children – come
già avvenne per il famoso “MTV Unplugged” del 1996 (che Liam saltò forse per un
mal di gola o forse più probabilmente per uno dei consueti litigi col fratello:
è uno show tuttora inedito, ma il bootleg della registrazione è ben noto a
tutti i fan) – è un’opportunità per riascoltare brani più o meno noti del
repertorio degli Oasis in un’inedita veste meno rock e cantati dalla voce di
Noel, più dolce e lieve di quella del fratello.
Come
detto, Noel in realtà qualche canzone già la cantava ai tempi degli Oasis, e
tra di esse alcune son presenti nella scaletta di questo show. A tal proposito, la scelta dei brani inseriti è davvero
interessante, con pochissimo spazio concesso a Don’t Believe the Truth (che all’epoca dello show era l’album degli
Oasis di più recente pubblicazione, rappresentato solo da The Importance of Being Idle in una versione che dice poco di nuovo
rispetto all’originale) e più in generale ai grandi successi della band (fanno
eccezioni le immancabili Wonderwall
e Don’t Look Back In Anger). Al
contrario, troviamo molte b-sides del “periodo d’oro” (cioè dei singoli dei
primi due album), che erano per lo più confluite in una raccolta apposita nel
1997 (The Masterplan), come (It’s Good) To be Free, Talk Tonight (molto amata da Noel), Fade Away (questa canzone, un cui verso
dà il titolo all’album, è una delle migliori del concerto), Half the World Away e Listen Up. Ed è proprio dalle “gemme
oscure” del repertorio che a mio parere provengono i momenti migliori del
concerto, come le intense esecuzioni di Cast
No Shadow, Don’t Go Away, Sad Song (una vera e propria rarità, la
bonus-track presente solo sull’edizione in vinile del primo album degli Oasis, Definitely Maybe) e Slide Away.
Non mancano né un ospite illustre (Paul Weller) né
qualche cover, in uno show che per lo più fila via in modo assai godibile.
L’“MTV Unplugged” del ’96 era forse migliore, ma nel complesso il disco è
un’ottima “chicca” per tutti i fan degli Oasis, ed in particolare per tutti i
sostenitori di Noel Gallagher, che di certo non sarà tecnicamente un musicista
incredibile, ma è in grado di dispensare, a tutti coloro che ne sono cultori,
del pop di origine assolutamente controllata. Ora lo aspettiamo col suo primo
album di inediti!
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