Samuele Bersani, Psycho. 20 anni di canzoni (2012)
Tracklist:
CD
1 1. Un pallone – 2. Psycho – 3. Replay
– 4. Cattiva – 5. Lascia stare – 6. Lo scrutatore
non votante – 7. Una delirante poesia – 8. Pensandoti – 9. Chicco e Spillo –
10. Ferragosto – 11. Occhiali rotti – 12. Il Mostro – 13. Se ti convincerai –
14. Sogni. CD 2 1. Giudizi universali –
2. Meraviglia – 3. Sicuro precariato – 4. Che vita! – 5. Le mie parole – 6. Un periodo
pieno di sorprese – 7. Valzer nello spazio – 8. Concerto – 9. Spaccacuore – 10.
Chiedimi se sono felice – 11. Pesce d’aprile – 12. Il pescatore di asterischi –
13. Freak – 14. Caramella Smog.
Voto: 9
Son
già passati vent’anni dall’esordio del bravo ragazzo di Cattolica, quel Samuele
Bersani che con la sorniona (e allegra solo all’apparenza) Chicco e Spillo si
affacciava con genuino talento sulla scena musicale nostrana. E cosa è mancato,
da allora ad oggi, al buon Samuele per non farlo diventare uno dei mostri sacri
del cantautorato italiano? Be’, a riascoltarlo oggi, ripercorrendo la sua
discografia, vien da credere che Bersani, sebbene non sia uno di quelli che riempie
gli stadi e scala le classifiche, faccia già parte di questo Pantheon, e a
pieno merito. Come dimostra questa raccolta celebrativa del ventennale di
carriera – Psycho. 20 anni di canzoni
– il repertorio di Samuele Bersani è costellato di grandissime canzoni,
capolavori conosciuti e riconosciuti (impossibile non citare la imprescindibile Giudizi Universali, ma non si possono dimenticare nemmeno pietre miliari come
Spaccacuore e Replay fino alla più recente Un periodo pieno di sorprese) e
brani meravigliosi passati sfortunatamente inosservati ma all’altezza dei
singoli di maggior successo (Una delirante poesia è forse una delle canzoni
migliori di Samuele, insieme alla coeva Occhiali rotti, toccante brano dedicato
al giornalista Enzo Baldoni, ucciso in Iraq). Dando voce sia ai primi che ai
secondi, questa raccolta rende abbastanza giustizia all’opera di Samuele
Bersani, proponendo appunto i brani più famosi assieme a gemme da riscoprire:
qualcosa in qua e là manca (l’assenza di Coccodrilli è clamorosa, ma
giustificata dal fatto che Bersani ha confessato di non amare più di tanto
questo brano, io non avrei rinunciato a Fuori dal tuo riparo che però è
comunque un brano secondario), ma in linea di massima la scelta dei pezzi è
rappresentativa e copre sia le canzoni più profonde (e non solo quelle d’amore, ma anche brani più variegati come Sicuro precariato che parla delle difficoltà del mondo del lavoro di oggi)
che quelle più (almeno all’apparenza) svagate (non manca ad esempio la
celeberrima Freak).
Ed
allora – per riprendere il quesito iniziale – per quale ragioni un autore così
completo e profondo come Samuele Bersani, che da vent’anni continua a scrivere
e interpretare canzoni d’altissima qualità, ha sì un buon seguito di pubblico
ma non un successo oceanico? Di certo non perché – come dicono i detrattori più
saccenti – le sue canzoni siano troppo “cerebrali” e complicate, tanto che la
gente non le capirebbe, visto che al contrario gli amanti di Samuele ne
apprezzano certo la ricercatezza mai tronfia, il suo modo di far le cose con serietà
ma mai con seriosità, prendendosi anzi con molta autoironia. Forse allora un po’
è dovuto alla discontinuità della sua produzione, sia per la scarsità di lavori
nel tempo (senza le raccolte, 7 album in vent’anni) che per la minore qualità
di alcune seconde linee del repertorio (ad esempio l’ultimo album Manifesto
abusivo ha qualche tallone d’Achille di troppo), che comunque da questa raccolta sono state giustamente scartate. Viene però da pensare che in
realtà Samuele Bersani in questi anni abbia giocato un po’ a nascondersi, a
fare in modo di non aver “troppo” successo, di non far capire a tutti la sua
bravura (a sostegno di questo la già citata scarsità di album potrebbe essere
chiamata a conferma), come se avesse avuto paura di snaturarsi – o comunque di
perdere contatto con la propria vita – in caso di un successo su più larga scala
(alla Vasco Rossi, per dire). Basti pensare ai due ottimi inediti proposti per
questa raccolta: Samuele ha portato a Sanremo Un pallone – brano molto carino e
simpatico, ma nulla di più – lasciando “in panchina” una delle sue migliori
canzoni di sempre, la profondissima Psycho che – su un palco che con un brano simile ma forse addirittura meno intenso ha premiato Cristicchi – avrebbe potuto fare veramente sfracelli. Magari mi
sbaglio, ma ho l’impressione che Samuele Bersani abbia avuto come pudore di
presentare ad una platea così grande un brano intimo e delicato come Psycho e
che abbia preferito portarne uno più leggero, anche a costo di vendere qualche
disco in meno. Se così fosse, sarebbe solo una delle tante conferme delle
qualità umane, oltre che artistiche, di Samuele Bersani.
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