I sogni
segreti di Walter Mitty (2013)
Titolo originale: The
secret life of Walter Mitty
Regia:
Ben Stiller
Con:
Ben Stiller, Kristen Wiig
Voto:
7
Walter
Mitty, redattore fotografico della rivista Life
che si appresta ad uscire in edicola con l’ultima copia della sua esistenza,
ogni tanto si “incanta”, ossia impalato fissa il vuoto mentre le sua mente
corre all’impazzata dietro ai propri sogni. Un giorno, spinto per necessità
lavorative a mettersi sulle tracce di un fotografo giramondo, decide però che è
giunta l’ora di mettere da parte i vagheggiamenti onirici e di iniziare a
vivere per davvero: si imbarca su un aereo per la Groenlandia ed inizia a fare
della propria vita qualcosa di molto simile ai suoi sogni.
Alle
prese con la triplice prova di produttore, regista e protagonista, Ben Stiller
sembra indeciso sul da farsi: puntare su un classico film comico appunto “alla
Ben Stiller”, divertente ma senza troppe pretese, o provare a creare qualcosa
di un po’ più “autoriale” e concettoso? Nel dubbio, il tentativo pare quello di
imboccare contemporaneamente entrambe le strade, tentando un difficile connubio
che magari ai registi più strutturati può anche riuscire (si pensi al magnifico
Dottor Stranamore, che ovviamente è
film di altra categoria) ma che a Stiller riesce a metà.
Voglio
dire: finché si tratta di imbastire una scena comica, Stiller ci sa fare;
quando si tratta invece di dare corpo a concetti più “aulici”, il
regista-attore sembra fare sempre il passo più lungo della gamba – e, tra l’altro,
ne pare anche consapevole. E così il lato comico del film è divertente ma è
molto attenuato; il lato éngagé riesce invece un po’ “telefonato”,
eccessivamente didascalico e non in grado di spalancare veramente chissà quali
orizzonti.
Peccato
perché in realtà l’impianto complessivo del film è veramente buono. Dal punto
di vista concettuale, giocare con i vari livelli di realtà presentati dal
cinema – e dall’arte “fictionale” in generale – è molto interessante: un po’
come nel passo di Cent’anni di solitudine
che abbiamo citato parlando di Django Unchained, e come del discorso sul “patto con lo spettatore” che abbiamo
fatto a proposito di Il Mundial dimenticato, ciò che noi vediamo sul grande schermo durante il film è “vero”
o “falso” solo in relazione a quanto “vero” o “falso” decide il regista; se il
regista ci mostra come vero ciò che all’interno del film è falso – o viceversa –
il gioco confonde lo spettatore ma si fa molto accattivante. E il punto
concettuale più forte di I sogni segreti
di Walter Mitty – anche se non del tutto compiuto – sta proprio in questo
confine talvolta molto labile tra i vari livelli di realtà, tanto che alla fine
è pure lecito chiedersi: e se tutto l’intero
film non fosse che un sogno del protagonista? O magari di uno che sogna di
essere il protagonista?...
Altro
punto di forza da segnalare è la bellezza visiva del girato: il “location
scouting” per i vari set, e di pari passo la fotografia, in questa produzione
han funzionato molto bene, non c’è che dire. Specialmente la metà del film
girata in Islanda (anche se il film è ambientato pure in Groenlandia e
Afghanistan, tutte le scene “artiche” sono state girate in Islanda) regala
delle scene davvero straordinarie, dall’impatto visivo degno di un documentario
sulle meraviglie del mondo.
Luci
ed ombre, insomma, si affastellano in un film non del tutto riuscito ma
comunque gradevole.
Ben Stiller in una scena del film
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