Giorgia, Dietro le apparenze (2011)
Tracklist:
1. Il mio giorno migliore – 2. Sembra impossibile – 3. È l’amore che conta – 4.
Inevitabile (ft. Eros Ramazzotti) – 5. Dove sei – 6. Passerà l’estate – 7. Solo
grazie a te – 8. Vado via – 9. Dietro le apparenze – 10. Tu mi porti su (ft. Jovanotti) – 11.
Niente ci porta via – 12. E adesso tu – 13. Resta la musica
Voto:
9
Confesso
di non essere mai stato un grande fan di Giorgia: ne ho sempre apprezzato le
indiscutibili qualità vocali, ma del suo repertorio le canzoni che mi
entusiasmano non sono mai state molte. Anzi, ho sempre avuto come l’impressione
che – ed è un giudizio sommario non avallato da nessuna dimostrazione, solo un’ipotesi
a pelle – in sede di produzione Giorgia e il suo staff abbiano sempre
privilegiato arrangiamenti scarni e sobri proprio per mettere in risalto la
potenza della voce della cantante romana. E, se è davvero così, questa scelta è
un’arma a doppio taglio, perché, se è vero che in questo modo la voce di
Giorgia ha modo di essere indiscussa protagonista e di mostrarsi in tutta la
sua bravura, è altrettanto vero che la qualità intrinsecamente musicale del repertorio
– ossia il valore “assoluto” delle canzoni, a prescindere dall’interpretazione –
rischia di uscirne sacrificata.
Ad
ogni modo, in Dietro le apparenze, l’ultimo lavoro di Gioriga uscito pochi mesi
fa, si cambia musica. A questo giro, grandissima attenzione viene prestata alla
riuscita dei pezzi a prescindere dalle doti vocaliche dell’esecutrice (comunque
impeccabile), e il salto di qualità è lampante sin dalle prime note del disco. L’artefice
principale di questa felice riuscita credo possa essere individuato nel
produttore del disco, un Michele Canova in grande forma che, dopo le felici
riuscite dei lavori con Jovanotti e Tiziano Ferro (per citarne solo un paio),
continua ad inanellare successi su successi. Canova è ormai un produttore di
grido particolarmente à la page e di
moda, almeno in Italia, ma non si può dire che non si meriti tutte queste
attenzioni.
Con
Canova in cabina di regia la musica di Giorgia non viene rivoluzionata, solo un
po’ “svecchiata”, virata decisamente verso il pop, in un disco in cui alle
ballad struggenti (Sembra impossibile,
Dove sei, Resta la musica) si alternano momenti decisamente più vivaci, se
non addirittura dance (come il primo e sorprendente singolo, Il mio giorno migliore). Qualche fan
non sarà felice di questa scelta, ma io credo che la musica di Giorgia esca
rivitalizzata da questo trattamento.
Non
è comunque tutto merito di Canova. Giorgia stessa recita una parte molto
importante nel disco, non solo nei panni di esecutrice di valore assoluto, ma
anche di autrice – anzi, quasi sempre di coautrice – di molti dei brani
presenti nell’album: anche a livello di songwriting
il disco funziona molto bene (mi spiego: le canzoni cantate da Giorgia non sono
belle solo perché le canta lei, ma anche perché ben scritte e ben arrangiate).
A completare il quadro, un illustre parterre di ospiti che offrono la loro
collaborazione. Marina Rei scrive Passerà
l’estate e regala una preziosissima gemma d’autore, Eros Ramazzotti (con Inevitabile) e Jovanotti (Tu mi porti su) scrivono e cantano in
duetto con Giorgia due brani carini ma non indimenticabili, anzi forse i momenti
più modesti del disco. Ed è una buona notizia per Giorgia: quando chiedi a due
autori del calibro di Ramazzotti e Jovanotti di scriverti una canzone per il
tuo album, e loro non riescono a fare canzoni migliori delle tue, vuol dire che
sei davvero in stato di grazia!
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