Ralph
Spacatutto (2012)
Titolo
originale: Wreck-It Ralph
Regia:
Rich Moore
Voto:
7,5
Come
i cartoni di Chi ha incastrato Roger
Rabbit e i giochi di Toy Story,
così in Ralph Spaccatutto i
personaggi protagonisti dei videogame, finito il loro orario di “lavoro”, che
in questo caso coincide con quello di apertura della sala giochi da cui sono
ospitati, hanno una vita “normale” irrelata dal videogioco di cui fanno parte;
essi si ritrovano nella “ciabatta” alla quale confluiscono le spine dei loro
giochi come linee ferroviarie che arrivano alla stazione centrale e possono
pure andare a zonzo tra un gioco e l’altro. Questa idea di partenza di Ralph Spaccatutto, magari non
originalissima ma di sicura efficacia soprattutto per gli esponenti delle
ultime generazioni così avvezze al mondo dei videogiochi, costruisce il
contesto nel quale si ambienta questo film d’animazione, ultima creatura
natalizia della Disney: le avventure che vi si inscenano riguardano appunto
l’eroe eponimo, Ralph Spaccatutto, che si ritrova a spasso per i giochi con un
obiettivo ben preciso, quello di svestire i panni di cattivo, che il gioco nel
quale “lavora” gli impone di indossare, per guadagnarsi in qualche modo i gradi
di “buono”. «Non è colpa mia, è che mi disegnano così», diceva più o meno
Jessica Rabbit in una delle battute più memorabili (e citate) della cinematografia
degli ultimi trent’anni, ed in tal senso Ralph è sulla stessa lunghezza d’onda
della moglie del coniglio più fortunato del mondo: c’è una “natura” che in
qualche modo sostanzia il nostro essere che è data così com’è senza che la
possiamo modificare, ma con la quale possiamo fare i conti cercando di cavarne
il meglio. Il percorso di Ralph allora non è una rivoluzione contro l’ordine
costituito – e non c’è ambiente in cui l’ordine costituito non sia più
inviolabile che quello dei videogiochi – bensì uno scendere a patti con la
propria “categoria dello spirito” per trarne fuori quanto vi è di buono in
essa.
Non sarà una morale sensazionale, ma d’altra
parte da un film d’animazione di questo stampo, come sempre accade concepito
per i bambini e come spesso accade pensato per ammiccare anche ai grandi,
sarebbe eccessivo aspettarsi di più. Ralph
Spaccatutto comunque ha il suo perché: al di là della fluidità della
storia, che lo rende avvincente e godibile, anche per i più piccoli, si fregia
di alcune trovate che non possono che sedurre i più grandicelli. Ralph proviene
da un videogame degli anni ’80, costruendo il quale, tra prospettive
bidimensionali e piatti sfondi neri, gli animatori del film han potuto fare
sfoggio di grafiche vintage da “archeologia elettronica”: nel suo peregrinare
di gioco in gioco, in un sincretismo videoludico di sicuro impatto, Ralph
finisce in un moderno sparatutto ipercibernetico per poi ritrovarsi in un gioco
di corse ambientato in uno sgargiante mondo di dolciumi che ha qualcosa delle
rappresentazioni filmiche di Alice nel
paese delle meraviglie, in primis quella timburtoniana, ma anche quella
disneyana è riecheggiata in più parti, a partire da Re Candito che ha più di un
che del Cappellaio Matto. Un variegato carosello di ambientazioni e omaggi che,
seducendo lo spettatore, gli fa passare un’oretta abbondante di serenità e
divertimento. Non sarà al livello dei capolavori della proto-Disney, ma si è
visto di peggio: ottima scelta per accompagnare i piccoli di famiglia al cinema
durante le vacanze natalizie.
Lo scintillante interno della ciabatta-stazione dove confluiscono i protagonisti dei videogame durante l'orario di chiusura della sala giochi in cui è ambientato il film
La mia recensione tralascia (colpevolmente, va ammesso...) di parlare del corto che precede il film, "Paperman", che in realtà è un ottimo lavoro che sta riscuotendo da parte dei critici grandi consensi, forse più dello stesso "Ralph Spaccatutto". Per saperne di più, suggerisco un ottimo articolo in cui si fa anche un'interessante analisi della storia della Disney degli ultimi anni: http://www.everyeye.it/cinema/articoli/ralph-spaccatutto-paperman-john-lasseter-e-la-rinascita-disney_speciale_18523?no_interstitial=1
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