Tanguy (2001)
Titolo
originale: Tanguy
Regia:
Étienne Chatilliez
Con:
Eric Berger
Voto:
7,5
Tanguy
è un ragazzo francese, giovane ma non più propriamente adolescente, che di
lasciare casa dei genitori per andare a vivere da sé, o con la fidanzata (è
anche un donnaiolo molto attivo!), proprio non ne vuole sapere. E dire che non
solo è già piuttosto grandicello – va spedito verso i trenta – ma è anche
perfettamente in grado di badare a se stesso, visto che è un laureando
orientalista che con alcuni incarichi all’università e altri lavoretti in qua e
là è assolutamente indipendente dal punto di vista economico. Insomma, Tanguy è
un irrimediabile “bamboccione”, molto di più quanto lo siano molti giovani
italiani di oggi che, tacciati ingiustamente di essere inguaribili mammoni
incapaci di crescere, restano a vivere a casa con i genitori non tanto per sindrome
di Peter Pan quanto perché costretti dalle difficilissime condizioni
socio-economiche che affliggono in questi anni il nostro paese. Ecco, tanto loro
malgrado i giovani italiani di oggi vivono in casa dei genitori, pronti a
sgommare via non appena le condizioni lo consentano, tanto Tanguy è ostinato
nel restare a vivere da mamma e papà non per necessità economiche ma per
pigrizia, per una sorta di paura quasi patologica e, non ultimo, uno sconfinato
affetto verso gli amati genitori.
Il
problema è che però alla fine sono i genitori a non poterne più di lui. E a
inventarsi ogni mezzo per indurlo ad andarsene...
Tanguy è una commedia sì
efficace ma in realtà senza troppe pretese, tutt’al più con risvolti
psicologici più che sociologici. Se è diventato una sorta di film simbolo della
contemporaneità, o comunque dei cosiddetti Anni Zero del nuovo secolo (e fors’anche
degli Anni Dieci, staremo a vedere), è perché nel frattempo il mondo è cambiato
ed è finito con l’assomigliare al film molto più di quanto fosse nelle pretese
del regista Étienne Chatilliez. Tanguy
è un film del 2001; l’anno successivo sarebbe uscito un altro film francese, L’appartamento spagnolo, un’altra
gradevole commedia (forse di livello leggermente inferiore) che, nel suo
affresco di una gioventù universitaria cosmopolita e sbalestrata, poliglotta e
viveur, quella sì che ambiva a rappresentare un vero e proprio manifesto del nuovo
mondo senza confini, dove per i giovani il futuro fosse una gamma infinita di
possibilità tra le quali non v’era che da scegliere la migliore per ciascuno.
Purtroppo, probabilmente senza volerlo, Tanguy
ha previsto l’andamento delle cose molto meglio di L’appartamento spagnolo: speriamo che non sia per sempre così...
Tornando a Tanguy,
resta da dire che il lavoro di Chatilliez fila via bene, regalando di tanto in
tanto alcuni momenti di spettacolare comicità, con certe scene veramente
esilaranti. Magari difetta un po’ di senso della misura: nella seconda parte,
il film sale di ritmo ed aumentano le trovate piacevoli, al contempo però gli
stratagemmi dei genitori per “cacciare” Tanguy si fanno talmente cinici e
crudeli che si perde ogni pretesa di verosimiglianza, il che rischia di
appesantire di tanto in tanto la trama. Si tratta comunque di inciampi veniali,
che non compromettono la confezione generale di un film non straordinario ma
comunque ben riuscito e assolutamente piacevole.
Eric Berger in una scena del film
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